mercoledì 5 ottobre 2011

secondo giorno in volo

Dopo aver volato sopra infinite montagne spoglie sono sopra New Delhi, me ne accorgo dalla foschia grigia da cui emergono grattacieli e un tempio che sembra il taj mahal; man mano che l'aereo scende di quota per atterrare riesco a vedere le infinite baracche che si perdono nella giungla. Mi rendo conto di essere davvero in India quando vedo le hostess in sari, con infiniti braccialetti di vetro (sono bellissime) e i poliziotti con il turbante.
Atterro, panico. Non so dove andare, c'è confusione, mi metto in una delle tante code e a metà sento nella babele di lingue alcuni italiani che parlano di un ticket che davano all'atterraggio senza il quale non potevo passare il controllo. Cacchio!!!
Torno di corsa indietro e per fortuna trovo subito il banchetto dove lo facevano, mi rimetto in coda, ho paure di perdere il volo, manca solo mezz'ora; l'essere italiana non mi fa sentire in colpa e passo davanti facendo slalom tra i numerosi cinesi in coda.
Problemi al controllo del metal detector, mi hanno fatto entrare in una cabina per perquisirmi, ma arrivo al gate in tempo.
In coda conosco un prete italiano emigrato a Taiwan, è partito a 28 anni e non è più tornato; chissà perchè l'ho sentito così vicino..
Sul volo per Taipei sono di nuovo di fianco ad un ragazzo indiano, solo che questo è in abiti tradizionali, turbante, profuma di incenso e parla benissimo l'inglese. E' stato tutto il tempo a ridere guardando un film indiano, ero proprio curiosa di sapere cosa dicevano; io scelgo l'unico film in italiano (uno di Jim Carry).
Questa volta le scatoline colorate del pranzo nascondevano un menù indiano, riso speziato e piccante, accompagnato da un'insalata preparata con i 3 ingredienti che digerisco di meno: peperoni, cetrioli e cipolle yuppiiiiiii. Mi ha salvato la macedonia, anche se non ho capito che frutta era, mai vista in vita mia però era buona.