venerdì 6 dicembre 2013

La Maison Ikkoku

Vivere in questa casa di ringhiera è un po' come vivere il cartone animato della celeberrima Rumiko Takahashi.
I vicini si conoscono tutti, si spettegolezza, si fanno due chiacchere davanti ad una tazza di te e...ci si scanna pure!
Il mio primo incontro è stato con la tipa del numero 1, ancora prima che affittassi casa, il giorno dell'ispezione.
E' una sorta di hippy surfista (nel senso negativo del termine) sui 40, che sa tutto di tutti ed esce ad annaffiare le piante proprio mentre passi tu, poi per il resto se ne sta chiusa in casa.
Ogni giorni si disfa di roba vecchia e me la piazza davanti alla porta oppure la mette per strada nelle famose pile di immondizia, dove tra l'altro qualche giorno fa ho recuperato un comodino che sto dipingendo viola e giallo!
 
 
 
Prima o poi la svuoterà quella casa!!
Una delle ultime cose che mi ha voluto affibbiare è un carrellino per fare la spesa a fiori ed io, pur avendone già uno, l'ho preso...non me la sono sentita di darle l'ennesimo rifiuto.
Comunque tutto sommato è una tranquillona.
Al 2 un simpatico vecchietto conosciuto al mio trasloco e che si è gentilmente offerto di aiutarmi.
Sempre seduto davanti casa, un po' il guardiano della palazzina. Peccato che  due giorni dopo il mio trasloco abbia salutato questo mondo per arresto  respiratorio dovuto ad una polmonite.
E fu così che acquistai la sua lavatrice  per soli 30 $ dalla sorella venuta a sgomberare l'appartamento.
Al 3 c'è una coppia di indiani che sono tornati adesso dopo un mese nel loro paese.
Il 4 è il mio.
Al 5 una coppia con una bimba. Li ho visti nel giorno della morte del signore del 2, quando stavano tentando di aprire la porta dopo averlo visto stecchito sulla poltrona.
Al 6 un surfista disoccupato che disturba a qualsiasi ora del giorno e della notte suonando la chitarra e che per questo è  stato sfrattato dopo una raccolta firme del vicinato.
Proprio qualche giorno prima che se ne andasse, vedendolo usare la mia lavatrice, ci  ho scritto sopra il numero 4 e ho bloccato la spina con un lucchetto.
E' stata questa la causa del nostro scontro: lui che reclamava la lavatrice, comprata in  presunta società col vecchio e io che dicevo che la lavatrice era la mia, comprata dalla sorella del defunto.
Al 7 un simpatico ma anche strano tipo della Mongolia, che mi fa sempre tremila domande ma  lui non dice mai niente di se. Appena ho la porta aperta si ficca in casa  per fare due chiacchere e  per spettegolare sul vicinato.
Al 8 una ragazza piu' piccola di me e il suo cagnetto che, come il ragazzo della Mongolia, si ficca in casa appena lascio la porta aperta.
 
Per  il resto si sta davvero bene qui.
A due passi dal mare e circondata dal verde e dalla natura.
Ecco chi mi viene a trovare ogni giorno, dopo i Lorichetti anche i Cacatua e i Kukaburra
 
 
 


 

Con grande orgoglio sfoggio il mio ultimo acquisto: il mini barbecue, per sentirmi a casa, non di certo per sentirmi piu' Aussie!!!


voglia di Tailandia

 
Il Loi Krathong è un festival che si celebra ogni anno in Tailandia e in alcune zone del Laos e Burma.
La comunità Tailandese di Parrammatta ripropone una versione Australiana di questo festival ogni anno a Novembre, subito dopo quello originale in Tailandia (la  dodicesima luna piena del tradizionale calendario lunare Tailandese )e io non posso non andare!
Tradotto letteralmente significa "corone o decorazioni galleggianti"
ed è proprio questo quello che si fa durante il festival, si fanno decorazioni a forma di fiore di loto con carta, foglie, fiori, con piccole candeline e incensi e poi si lasciano galleggiare su un fiume.
 
 
 
Quelli tradizionali sono fatti di foglie di banano abilmente ripiegate o di pane, così sono biodegradabili e i pesci li possono mangiare, ma qui a Parrammatta ci danno piattini di plastica e polistirolo, tanto poi ripuliscono il fiume a fine festival
A volte viene messa  una monetina come offerta allo spirito del fiume e quando si lascia galleggiare si esprime un desiderio, oppure capelli o unghie tagliate come simbolo di pensieri negativi, rabbia e odio da mandare via con la corrente del fiume.
 
A Parrammatta è tutto in versione piu' piccola, ma si respira terra d'Asia.
Ci sono persone in costume tradizionale, uomini, donne e travestiti, che a quanto pare sono un'attrazione nazionale!!
Adoro la loro tolleranza e la loro apertura mentale.
 
Ci sono artigiani che intarsiano la pelle, ricamano stoffe, dipingono piccole barchette e ombrellini, ogni arte e mestiere tradizionale a rappresentare le 4 regioni della Tailandia.
Io faccio il workshop per imparare a fare un pesciolino con una foglia di banano e
un krathong da lanciare al tramonto.
 
 
C'è anche un vecchino che scolpisce la pasta di glucosio per fare sculture di caramella!!!
Ecco il video del festival dell'anno passato
 
Ci sono canti, balli, box tradizionale e soprattutto tanto cibo.
Questa volta mi sono sbizzarrita a provare tutti i dolcetti meravigliosi a base di frutta.
 


Alla fine mi è venuta voglia di tornare in Tailandia, è proprio vero che una volta che la vedi ti rimane nel cuore e ci vuoi tornare.
Chissà se riesco con l'anno nuovo a tornarci...