venerdì 6 dicembre 2013

La Maison Ikkoku

Vivere in questa casa di ringhiera è un po' come vivere il cartone animato della celeberrima Rumiko Takahashi.
I vicini si conoscono tutti, si spettegolezza, si fanno due chiacchere davanti ad una tazza di te e...ci si scanna pure!
Il mio primo incontro è stato con la tipa del numero 1, ancora prima che affittassi casa, il giorno dell'ispezione.
E' una sorta di hippy surfista (nel senso negativo del termine) sui 40, che sa tutto di tutti ed esce ad annaffiare le piante proprio mentre passi tu, poi per il resto se ne sta chiusa in casa.
Ogni giorni si disfa di roba vecchia e me la piazza davanti alla porta oppure la mette per strada nelle famose pile di immondizia, dove tra l'altro qualche giorno fa ho recuperato un comodino che sto dipingendo viola e giallo!
 
 
 
Prima o poi la svuoterà quella casa!!
Una delle ultime cose che mi ha voluto affibbiare è un carrellino per fare la spesa a fiori ed io, pur avendone già uno, l'ho preso...non me la sono sentita di darle l'ennesimo rifiuto.
Comunque tutto sommato è una tranquillona.
Al 2 un simpatico vecchietto conosciuto al mio trasloco e che si è gentilmente offerto di aiutarmi.
Sempre seduto davanti casa, un po' il guardiano della palazzina. Peccato che  due giorni dopo il mio trasloco abbia salutato questo mondo per arresto  respiratorio dovuto ad una polmonite.
E fu così che acquistai la sua lavatrice  per soli 30 $ dalla sorella venuta a sgomberare l'appartamento.
Al 3 c'è una coppia di indiani che sono tornati adesso dopo un mese nel loro paese.
Il 4 è il mio.
Al 5 una coppia con una bimba. Li ho visti nel giorno della morte del signore del 2, quando stavano tentando di aprire la porta dopo averlo visto stecchito sulla poltrona.
Al 6 un surfista disoccupato che disturba a qualsiasi ora del giorno e della notte suonando la chitarra e che per questo è  stato sfrattato dopo una raccolta firme del vicinato.
Proprio qualche giorno prima che se ne andasse, vedendolo usare la mia lavatrice, ci  ho scritto sopra il numero 4 e ho bloccato la spina con un lucchetto.
E' stata questa la causa del nostro scontro: lui che reclamava la lavatrice, comprata in  presunta società col vecchio e io che dicevo che la lavatrice era la mia, comprata dalla sorella del defunto.
Al 7 un simpatico ma anche strano tipo della Mongolia, che mi fa sempre tremila domande ma  lui non dice mai niente di se. Appena ho la porta aperta si ficca in casa  per fare due chiacchere e  per spettegolare sul vicinato.
Al 8 una ragazza piu' piccola di me e il suo cagnetto che, come il ragazzo della Mongolia, si ficca in casa appena lascio la porta aperta.
 
Per  il resto si sta davvero bene qui.
A due passi dal mare e circondata dal verde e dalla natura.
Ecco chi mi viene a trovare ogni giorno, dopo i Lorichetti anche i Cacatua e i Kukaburra
 
 
 


 

Con grande orgoglio sfoggio il mio ultimo acquisto: il mini barbecue, per sentirmi a casa, non di certo per sentirmi piu' Aussie!!!


voglia di Tailandia

 
Il Loi Krathong è un festival che si celebra ogni anno in Tailandia e in alcune zone del Laos e Burma.
La comunità Tailandese di Parrammatta ripropone una versione Australiana di questo festival ogni anno a Novembre, subito dopo quello originale in Tailandia (la  dodicesima luna piena del tradizionale calendario lunare Tailandese )e io non posso non andare!
Tradotto letteralmente significa "corone o decorazioni galleggianti"
ed è proprio questo quello che si fa durante il festival, si fanno decorazioni a forma di fiore di loto con carta, foglie, fiori, con piccole candeline e incensi e poi si lasciano galleggiare su un fiume.
 
 
 
Quelli tradizionali sono fatti di foglie di banano abilmente ripiegate o di pane, così sono biodegradabili e i pesci li possono mangiare, ma qui a Parrammatta ci danno piattini di plastica e polistirolo, tanto poi ripuliscono il fiume a fine festival
A volte viene messa  una monetina come offerta allo spirito del fiume e quando si lascia galleggiare si esprime un desiderio, oppure capelli o unghie tagliate come simbolo di pensieri negativi, rabbia e odio da mandare via con la corrente del fiume.
 
A Parrammatta è tutto in versione piu' piccola, ma si respira terra d'Asia.
Ci sono persone in costume tradizionale, uomini, donne e travestiti, che a quanto pare sono un'attrazione nazionale!!
Adoro la loro tolleranza e la loro apertura mentale.
 
Ci sono artigiani che intarsiano la pelle, ricamano stoffe, dipingono piccole barchette e ombrellini, ogni arte e mestiere tradizionale a rappresentare le 4 regioni della Tailandia.
Io faccio il workshop per imparare a fare un pesciolino con una foglia di banano e
un krathong da lanciare al tramonto.
 
 
C'è anche un vecchino che scolpisce la pasta di glucosio per fare sculture di caramella!!!
Ecco il video del festival dell'anno passato
 
Ci sono canti, balli, box tradizionale e soprattutto tanto cibo.
Questa volta mi sono sbizzarrita a provare tutti i dolcetti meravigliosi a base di frutta.
 


Alla fine mi è venuta voglia di tornare in Tailandia, è proprio vero che una volta che la vedi ti rimane nel cuore e ci vuoi tornare.
Chissà se riesco con l'anno nuovo a tornarci...



mercoledì 27 novembre 2013

come Amelie


Le mie sere senza internet si rivelano sempre produttive.

Nelle belle serate esco e vado a respirare il mare.

C'è gente lungo la scogliera, i kookaboorra ridacchiano sui lampioni, le volpi volanti vanno in caccia di insetti e io vado in giro a guardare le finestre illuminate delle ville, sbircio la loro vita da ricchi. Mi sento un po' Amelie a fare cose strambe e andare in giro così a caso.

Poi ritorno me stessa quando c'è un bel cumulo di mobili e oggetti che la gente butta via e ravano tutta la serata in mezzo all'immondizia.

Gli ultimi trofei sono stati: una lampada da comodino di vimini e ferro ancora imballata, due pentole di acciaio di due diverse grandezze (cacchio le pentole non si buttano via!!!), senza un graffio e col coperchio, due ciotole di acciao per la cucina, uno stendibiancheria con solo una sbarretta rotta, una tavola di legno per farmi il tavolino della sala.




Nelle sere di brutto tempo, come sta capitando spesso ultimamente (questa fine primavera si sta rivelando umida e fredda, rispetto ad un meraviglioso e soleggiato inverno dove avevo iniziato ad andare al mare), sto a casa e d sfogo alla mia vena creativa.

Con la scusa dei regali di Natale, il mio rientro in Italia e il mio odio profondo per il consumismo e lo shopping natalizio, mi do alla pazza gioia pensando a cosa posso costruire e inventare.

La mia casa è un laboratorio in piena attività e in ogni stanza ho lavori iniziati.

E' proprio vero che piu' spazio ho piu' me ne serve!!!

martedì 26 novembre 2013

internet questa cosa sconosciuta

Che erano finiti i tempi di fastweb l'ho realizzato appena ho messo piede in questa terra, che avere una connessione con una velocità decente è una cosa rara pure, ma ora sta diventando un problema anche solo avere una connessione!!!

Una settimana prima di trasferirmi a casa nuova inizio a cercare in rete info su quali sono le compagnie che offrono il servizio migliore, rapporto qualità-prezzo.
La compagnia di telefonia nazionale, quella che gestisce le linee fisiche del telefono hai dei prezzi da brivido, tipo con 80$ al mese hai solo 100 giga e ti appioppano pure il telefono, cosa che a me non serve. Ok scartata
La seconda grossa compagnia ha piu' o meno le stesse cifre da capogiro e una connessione limitata, conviene solo se vuoi connetterti anche telefono, telefonino e televisione. Non se ne parla
Pio ci sono una miriade di piccole, semisconosciute compagnie che ti offrono finalmente internet illimitato a vari prezzi.
Scelgo quella che in rete ha ottenuto il migliore indice di gradimento offrendo un buon servizio clienti e puntualità nel servizio.
Nel frattempo mi trasferisco a casa nuova.
Subito la compagnia si mostra professionale mandandomi mail del servizio attivato e di quello che avrebbero fatto per portarmi la linea, quanto ci avrebbero messo ecc.
Bene, sono ottimista.
Tempo un altra settimana, lo stesso tempo in cui in Italia avrei avuto il mio bel modem e servizio attivo, mi arriva una email dove dicono di non trovare la linea a casa mia e che avrei dovuto testare la presa del telefono.
Ma che cacchio, dovrebbero essere loro a mandare un tecnico e fare sti controlli.
Vabbè sono dall'altro lato del mondo, nel nuovo continente, lo accetto, mi prendo un telefono al lavoro e provo la presa. Non funziona niente e non so che fare.
Li chiamo e mi spiegano che allora non ho la linea e me la devono collegare. Eh bella scoperta!!!
La brutta notizia è che devo pagare un extra di 300$ per avere la linea del telefono che poi loro convertono ad internet a banda larga.
Presa alla sprovvista sbrocco e li minaccio di rompere il contratto.
La tipa mi spiega che o con loro o con un'altra compagnia la linea me la devo sempre fare attaccare e il prezzo è sempre lo stesso (ma ci credo poco) perchè devono pagare un tecnico della compagnia telefonica nazionale, che non è loro, e loro non ci guadagnano niente.
Alla fine dopo due settimane senza internet sento un po' la necessità di tornare in rete e accetto.
Mi dicono che il tecnico arriverà il lunedì successivo tra le 10 e le 12. Bene, lo stesso giorno che mi vengono a dipingere casa, perfetto!!! la fortuna gira dalla mia parte.
Ma la sfortuna era dietro l'angolo.

Aspetto tutta la mattina e non si presenta nessuno...nè i pittori nè il tecnico del telefono!!!

I pittori per lo meno mi telefonano dicendo che gli era capitato un imprevisto, si scusano e mi danno appuntamento al giorno dopo.
Il tecnico del telefono no.
Una cosa del genere non è mai capitata in Italia, si vede che qui il tecnico ha i soldi e non ha bisogno di lavorare.
Dopo aver perso mezza giornata di lavoro, prendo la bici, sfogo la mia rabbia andando al lavoro di corsa e gli mando una bella email dicendogliene su 4, che chiudevo il contratto e che sono poco professionali.
Loro per tutta risposta, invece di scusarsi e offrire uno sconto come avrebbero fatto in Italia, dicono che mi cancellano il contratto e punto.

EH?!

senza parole

il giorno stesso mi compro una penna USB per internet e rimando la pratica all'anno nuovo, quando avro' nuove energie per affrontare di nuovo una compagnia telefonica.


Le mie sere senza internet si rivelano tutavia sempre produttive.
Nelle belle serate esco e vado a respirare il mare.
C'è gente lungo la scogliera, i kookaboorra ridacchiano sui lampioni, le volpi volanti vanno in caccia di insetti e io vado in giro a guardare le finestre illuminate delle ville, sbircio la loro vita da ricchi. Mi sento un po' Amelie a fare cose strambe e andare in giro così a caso.
Poi ritorno me stessa quando c'è un bel cumulo di mobili e oggetti che la gente butta via e ravano tutta la serata in mezzo all'immondizia.
Gli ultimi trofei sono stati: una lampada da comodino di vimini e ferro ancora imballata, due pentole di acciaio di due diverse grandezze (cacchio le pentole non si buttano via!!!), senza un graffio e col coperchio, due ciotole di acciao per la cucina, uno stendibiancheria con solo una sbarretta rotta, una tavola di legno per farmi il tavolino della sala.

Nelle sere di brutto tempo, come sta capitando spesso ultimamente (questa fine primavera si sta rivelando umida e fredda, rispetto ad un meraviglioso e soleggiato inverno dove avevo iniziato ad andare al mare), sto a casa e d sfogo alla mia vena creativa.
Con la scusa dei regali di Natale, il mio rientro in Italia e il mio odio profondo per il consumismo e lo shopping natalizio, mi do alla pazza gioia pensando a cosa posso costruire e inventare.
La mia casa è un laboratorio in piena attività e in ogni stanza ho lavori iniziati.
E' proprio vero che piu' spazio ho piu' me ne serve!!!

martedì 19 novembre 2013

il tugurio

E' proprio vero che quando le cose si sbloccano poi vengono tutte insieme.
Ricevo una telefonata da un'agenzia immobiliare dove mi dicono che mi hanno selezionato per una casa, in realtà la piu grande ma la peggiore che avevo visto; accetto lo stesso, visto i tempi che corrono veloci, la voglia di andare a vivere da solae la promessa che me l'avrebbero pulita e imbiancata.
Tempo due giorni mi chiama anche un'altra agenzia per dirmi che mi avevano selezionato per un altro appartamento, piu' piccolo ma messo meglio...eccheccacchio!!!
Va bene, ora la scelta è fatta e la cosa bella è che me la danno prima del mio compleanno, così posso festeggiare nella casa nuova.
Mi sveglio di buon ora per andare in agenzia il giorno dell'appuntamento, firmo una tonnellata di scartoffie e prendo le chiavi di casa nuova.
In preda ad un mix tra contentezza e preoccupazione invece di andare subito al lavoro vado a casa, apro la porta cadente e...non l'hanno né pulita, né imbiancata né tantomeno arieggiata. Vengo colta da un odore da oltretomba, tipico di un posto rimasto chiuso a fare la muffa per anni.
Presa dallo sconforto torno indietro in agenzia e durante il tragitto trasformo il mio stato d'animo in rabbia e mi carico per dirgliene su quattro. Con i fumini che mi escono dalle orecchie e faccio sentire le mie ragioni.
Loro per tutta risposta dicono che non era prevista pulizia o riverniciatura e che forse avevo capito male, ma io avevo conservato la email dove l'agente diceva chiaro e tondo che me l'avrebbero sistemata e di fronte alla prova scritta non hanno potuto tirarsi indietro.
Fatto sta che mi è costato due mezze giornate di lavoro perse per stare a casa durante le pulizie di tende e moquette, in compenso non ho pagato l'affitto per farmi rimborsare.
Dovro' aspettare 15 giorni per vedere la cucina e il bagno imbiancati.

Il mio entusiasmo andato a farsi friggere il primo giorno che ho messo piede in questa casa. È piano piano tornato quando la casa ha iniziato a profumare di pulito e ho iniziato a portare le mie cose.

La settimana del trasloco è stata allucinante, ho portato il 90% delle cose in bici o a piedi, solo le cose ingombranti e pesanti me le ha portate il mio ex coinquilino con la macchina di sua spontanea volontà senza che glielo chiedessi...essere gentili con la gente alla fine ripaga sempre, anche se ritengo che lui sia sempre di debito con me.

 

 
Ecco come si presenta il primo giorno
 

durante il trasloco, quando mi hanno portato anche il frigo.



e com'è ora!!






la stanzina che diventerà il mio studio creativo






la mia camera da letto



e il bagno con la mia adorata vasca, dove mi ci passo le meglio serate in compagnia dei miei libri.


 
Dopo averci fatto il primo lungo bagno e la prima dormita la sento finalmente casa mia.
La notte è così silenziosa che non ho bisogno dei tappi per le orecchie, anche se all'alba i kookaboorra iniziano a rompere con il loro canto ridacchiante.

Ho una stanza solo per le mie creazioni, dove ci metterò la macchina da cucire e tutto il materiale e la sala la sto finalmente arredando come ho sempre voluto, tavolino basso e tanti cuscini etnici per terra.

La cosa bella è che la maggior parte delle cose che ho le ho trovate in giro o le ho comprate di seconda mano alle tante opere di carità che ci sono qui in Australia.
Le charities collezionano vestiti, mobili, libri, qualsiasi cosa donata da gente che non la vuole piu' e poi la rivende a prezzi bassi e il ricavato va a sostegno dei bisognosi. Una cosa etica e utile da tanti punti di vista, contro il consumismo e a favore di una giusta causa.
E fu così che mi accattai il frigorifero per soli 100$!!!
Il mio primo frigorifero, non ci posso ancora credere, sento che sto mettendo radici...l'ho sentito davvero mio quando l'ho dipinto da capo a piedi!!!
Tornando a casa un mio vicino faceva un garage sale e mi appioppa due librerie quasi nuove per 15$. E' proprio vero che dove c'è ricchezza c'è anche consumismo e tanta gente che si disfa di cose ancora buone per comprarne di nuove.

Ora che è andata via la muffa, l'odore di cimitero e i muri sono bianchi sono contenta, soprattutto perché finalmente vivo da sola...beh proprio sola sola non sono, mi sempre vengono a trovare due bellissimi lorichetti arcobaleno per il loro spuntino quotidiano.
 
 







mercoledì 30 ottobre 2013

una domenica italiana

Eccolo il tanto atteso Norton St festival, a little Italy.
Ricordo ancora il primo anno in Australia, andavo ancora al college e uno dei miei insegnanti mi chiese se ero stata a questo festival; io all'epoca non sapevo neppure dove fosse little Italy!
Quest'anno l'ho scritto sul calendario così da non dimenticarmene e, piena di aspettative mi inoltro nella baraonda del festival.
C'è un sacco di gente, sembra di stare alla Madonna della libera di Pratola!!!
La delusione si fa vanti subito con il cuoco sul palco che spiega una ricetta italiana...usando pasta barilla e sugo barilla pronto...bella merda!
Si susseguono una serie di  stereotipi dell'italietta di 50 anni fa, dalle finte maschere veneziane, alla piadina che aveva di originale solo il prosciutto di parma, alla porchetta fredda e non croccante, al pulcinella che non sa cos'è una tammorra e non sa  suonare a tempo nemmeno il triccheballacche nonostante parli il napoetano.
 
 
Il fondo lo tocca il cantante napoletano lampadato apprezzato dal pubblico di ultra sessantenni.
 
Al di la delle cose deludenti, degli stand libanesi e turchi e degli stereotipi, ci sono state anche cose che mi hanno piacevolmente stupito e mi hanno fatto sentire la mancanza di casa: stand degli arrosticini con tanto di punto vendita di canale e cubo per fare gli arrosticini!!!
Stand di limoncello e le sue varianti Aussie, limencello, passioncello e arancello.
Mostra di auto d'epoca, molte 500 e alfa.
Stand di dolci siciliani.
Ovviamente il tutto di qualità inferiore agli standard italiani.
 
La cosa che piu' avevo aspettato era in realtà la sera, un concerto di un gruppo folk salentino, il cui il cantante-chitarrista era nel giro degli amanti della musica e danza popolare quando ero a Milano, insomma una vecchia conoscenza.
Eccomi in mezzo alla folla!!!
 
Che dire, ballare le pizziche dopo un anno fa un certo effetto, la cosa brutta è che ero da sola, d'altronde è un po' il leitmotiv della mia esperienza qui in Australia.
 
 
 
La cosa piu' insolita è stata il dopo concerto.
Notata da un po' di personaggi del pubblico, tra parentesi tutti over anta, mi piombano addosso diverse persone a chiedermi chi sono e come mai so ballare.
Mi becco così in sequenza: una professoressa di linguistica italiana all'università, una giornalista che mi intervista a proposito del ballo folk, la presidente dell'istituto di cultura italiana a Sydney che ci avevano presentato anche all'ingresso.
Rimedio così un invito al cocktail di pezzi grossi dopo il concerto al piano di sopra dell'italian forum.
E li scrocco un po' di vino buono italiano e una serie di stuzzichini ghiotti sempre italiani.
Faccio la conoscenza di una serie di personaggi che mi chiedono chi sono e cosa faccio in Australia, ma solo quando uno di questi mi da il suo biglietto da visita mi rendo davvero conto di trovarmi in mezzo a pezzi grossi...era il senatore catanese Giacobbe!
 
 
 



domenica 20 ottobre 2013

Full moon ride

L'estate è scoppiata con largo anticipo e questo lo sapevamo già, io sono già abbronzata come dopo aver fatto 15 giorni in Puglia e gli incendi hanno già devastato vaste aree di bosco.
Proprio questa settimana è scoppiato il piu' grande incendio del New South Wales da dieci anni a questa parte. Il vento soffiava a 45 km orari che non riuscivo a tornare a casa in bici dopo il lavoro ed ha portato in città il fumo degli incendi nella zona delle Blue Mountains. Il fumo era talmente tanto che ha oscurato il sole, sembrava un'eclissi e l'aria sapeva di fumo.

ecco alcune immagini tremende

http://www.buzzfeed.com/simoncrerar/surreal-images-from-nsw-bushfire-crisis

Il caldo di questi giorni mi impedisce di fare altre camminate con gli escursionisti e fu così che mi unii ad una biciclettata notturna, in occasione della luna piena.
Ecco il mio gruppo, come al solito persone di tutte le età, etnie e bagaglio culturale.


Partenza da Cronulla!!!
Sono 33 km fino in centro città. Partiamo che la luna piena sta sorgendo dal mare, rossa, enorme, spettacolare!
Il percorso è tutto su una pista ciclabile, tutta al buio e per la maggior parte lungo il mare.
Una goduria per i polmoni e le gambe.
Sosta in San Souci per un pic nic collettivo con cibo condiviso. Ovviamente ero l'unica che aveva cucinato qualcosa, gli altri avevano comprato snack e frutta.
Ci sono un fisico che gestisce anche un programma radio, una biologa che lavora promuovendo mezzi di trasporto ecosostenibili, un pazzoide di Hong Kong, un russo che non ha spiccicato parola per tutto il tempo e ha fatto solo le foto, un ingegnere che suona il flauto traverso, insomma un gruppo davvero interessante.
La cosa piu' bella è stato scoprire che molti di loro partecipano alla Critical Mass di Sydney che si tiene ogni ultimo venerdì del mese. Ecco ora so cosa fare il venerdì sera!!!

lunedì 14 ottobre 2013

Collaroy to Manly

Ecco un'altra bella camminata di 11 km lungo la costa nord di Sydney, questa volta con un altro gruppo di escursionisti.
 

Giornata di caldo fuori stagione, 35° e siamo solo in  primavera!!!
Si parte da Collaroy Beach e il forte vento inizia subito a disturbare la camminata, ma almeno non ci fa sentire troppo caldo.


Lungo il cammino incontriamo bambini in costumi rosa che fanno gare di life guard sulla spiaggia, colonie di pellicani che stanno pigri ad osservare la gente e giocatori di golf con i loro vestiti immacolati.


Le foto parlano da sole, ora capisco perché quelli che abitano nelle spiagge nord snobbano quelli dello Shire.


Ogni spiaggia ha la sua rock pool di acqua salata




Dee Why beach con la laguna alle spalle



Curl Curl Beach

Freshwater


E questo è il lato nord di Manly Beach. Delle tante volte andata a Manly non ero mai arrivata fino al lato nord.


Non mancano i surfisti con la tavola caricata in bici, tipico animale da spiaggia molto diffuso anche a Cronulla dove vivo.



La passeggiata si conclude come sempre in un pub, stavolta provvidenziale vista la sete assassina da caldo e vento forte.
Quando il cielo si inizia a coprire decido di mollare il gruppo, prendo il traghetto verso la città e sfiga vuole che il traghetto non può attraccare al porto perché una nave di crociera sta facendo manovra nella baia, proprio davanti all'Opera House.
Nella mezz'ora che aspettiamo in traghetto ci godiamo lo spettacolo di questo gigante silenzioso, una sorta di palazzone di lusso trainato a passo lumaca fuori dal porto


venerdì 11 ottobre 2013

la dura vita dell'emigrante

Non potevo non scrivere un post sulle case in affitto qui nello Shire e la lotta all'ultimo sangue per affittarle visto che ci sono dentro fino al collo e non so come uscirne!!!
Sin da quando ho avuto il visto (e con questo intendo il giorno stesso) mi sono messa alla ricerca di un mini appartamento per vivere per conto mio, un sogno che faccio da quando ho iniziato a condividere case all'università con gente della peggior specie; sono 13 anni che condivido e ne ho viste di tutti i colori, dal medico alcolizzato, alla mignotta che ne portava uno diverso ogni sera, a chi non pagava l'affitto, al pusher, al depresso, a di nuovo un alcolizzato. La cosa bella è che ho vissuto in casa tante culture diverse, da tanti paesi diversi, Eritrea, Turchia, Corea, Cina, Giappone, Colombia, Venezuela.
Pensavo che vivendo finalmente con un Aussie mi avrebbe fatto da trampolino da lancio per integrarmi in questo paese, ma alla mia terza esperienza di condivisione con Australiani posso davvero dire che ho voglia di andare a vivere da sola e che  la vedo dura l'integrazione con gente così chiusa di mentalità e ignorante. Ma non mi arrendo e attendo con ansia l'incontro di un Aussie acculturato e open minded.

Il capitolo ricerca appartamenti è una lotta all'ultimo sangue per accaparrarsi case tugurio fredde in inverno e calde d'estate.
La routine è: ricerca di annunci su internet in appositi siti di agenzie immobiliari, prenotazione dell'ispezione, che è rigorosamente collettiva, visione dell'appartamento, il piu' delle volte un letamaio e consegna di una tonnellata di documenti.
La prima volta, inesperta e ingenua, mi presento all'appuntamento e mi rendo conto che sono presenti tutti gli interessati, ma TUTTI INSIEME!!! e si hanno solo dieci minuti a disposizione per vedere in 20 due metri quadrati di casa, spesso ancora arredata. Li ti rendi conto come vive qui la gente. E' piu' facile trovare case con tavole da surf e skateboard che con un tavolo e sedie per mangiare, televisioni giganti al plasma che un forno per cucinare.
Decisamente altre priorità rispetto al nostro paese.
La maggior parte delle agenzie richiede 100 punti di identificazione, basati su tutti i documenti che puoi procurare (passaporto, patente, certificato di nascita, medicare ecc), piu' una serie di altre scartoffie che dimostrino che lavori, che hai soldi e che sei affidabile.
Io in realtà ho tutto: statement bancario, contratto di lavoro e buste paga, documenti di identificazione ecc. L'unica cosa che mi manca è la mia precedente storia di affitti e referenze da un proprietario o agenzia immobiliare, non avendo mai affittato con un contratto e avendo sempre condiviso case con altri. A quanto pare è la cosa piu' importante visto che non riesco ancora a prendere casa ed è già passato un mese.
Dopo la prima fregatura, dove ho consegnato i documenti il giorno dopo l'ispezione ma la casa l'avevano già data via, ora ho imparato e consegno i documenti subito dopo aver visto la casa. Peccato che qualche giorno dopo mi chiamino per dire che hanno dato la casa a qualcun altro.
Posso capire che ci siano persone con punteggi piu' alti dei miei ma la cosa assurda è l'alta competizione per appartamenti cadenti.
L'ultimo visionato aveva muffa su tutte le pareti, moquette distrutta e bagno messo peggio di un cesso pubblico. Sembrava non ci avesse vissuto nessuno da una vita, aveva l'odore di cantina, di posto chiuso, di morte!!! Mi sono sentita persino male a consegnare i documenti per quel cesso di casa, ma non posso permettermi di fare la schizzinosa, poi in vita mia mi sono sempre adattata a vivere in case modeste, le imbiancavo, le ripulivo e le rendevo vivibili.

Non solo qui le case sono costruite a risparmio, con le pareti di cartongesso che sembra di stare in campeggio, la moquette pur essendo un posto di mare e le cucine spesso senza forno, non c'è impianto di riscaldamento l'inverno e i tetti di lamiera le rendono incandescenti d'estate, ci si scanna pure per prenderle in affitto a cifre da capogiro. Io sto applicando solo per case sotto ai 300$ a settimana!!!! Se poi vuoi una casa restaurata di nuovo devi aspettarti di pagare dai 300 in su per un bucolocale. Dove sono ora costa 440$ che dividiamo in due ma la mia stanza è grande quanto un ripostiglio.

Sto seriamente pensando di comprarmi una rulotte...

lunedì 7 ottobre 2013

secondo anniversario Down Under

Non potevo trovare un modo migliore per festeggiare il mio secondo anniversario  qui in Australia che con un bel viaggio on the road!
La fortuna ha voluto farmi incontrare una degna compagna di viaggio con la giusta preparazione fisica e spirito di avventura da propormi l'idea di viaggio.
 
Mezzo di trasporto:
bicicletta
Giorni a disposizione:
3
Kilomeri pianificati:
100
Meta:
New Castle via central coast e laghi
 
Ovviamente non siamo state così incoscienti da prendere strade non battute, perse nel bush o lontano dalla civiltà, ma abbiamo seguito un percorso quasi tutto ciclabile e non lontano dalla linea ferroviaria, di modo da appoggiarci al treno in caso di necessità.
 
La cosa piu' bella è come sempre condividere un viaggio con persone con cui si è in sintonia.
 
Ecco le nostre bici sul treno per Gosford.
 
 
 
 
Prima tappa 25 km fino a The Entrance, forse chiamata così perché sorge in un braccio di terra dove il lago Tuggerah sfocia nell'oceano.
Bellissimo posto di mare e di lago famoso per ospitare una colonia di pellicani, che stanno tranquillamente a riva tra le persone
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Decidiamo di fermarci per la notte visto che non troviamo nessuno ostello a nord verso gli altri laghi.
 
Seconda tappa Toukley, altri 15 km e siamo sopra ad una striscia di terra che separa il lago Tuggerah dal lago Munmorah con una colonia di cigni neri e negozi dalle scritte bizzarre....
 
 
Cambio programma vista la mancanza di alloggi economici lungo la costa e ci avviamo nell'entroterra verso Wyee.
Il percorso è duro, salite ripide sotto il sole cocente di mezzogiorno e asfalto rovinato.
Il treno è la nostra salvezza e fortuna vuole che passa da li a dieci minuti.
Arriviamo a New Castle in un'ora, giusto per pranzo e per prenotare una notte in ostello.
L'ostello sembra un college inglese vecchio stampo, tutto di legno, divani in pelle rossa, caminetti e librerie vecchie e polverose.
New Castle ha una spiaggia piccola ma una bella panoramica sul promontorio col faro.
 
 
 
 
 
Non ho la stessa opinione del promontorio che prendiamo il giorno successivo sulla via del ritorno verso sud: una salita ripidissima, raffiche di vento contrario e nuvoloni all'orizzonte che si avvicinano, e soprattutto una colazione da campioni sullo stomaco da digerire!!!!
 



I  primi dieci km sono davvero duri, quasi tutti in salita e contro vento, ma il paesaggio è mozzafiato.

La situazione migliora andando verso l'interno per poi prendere una lunga discesa verso il lago Macquire.
Il posto è molto bello e la pista ciclabile segue tutto il perimetro del lago con zero dislivello, una goduria per le gambe.
Prendiamo il treno a Fassifern stanche, sporche, sudate ma contente, con i nostri 90 km sulle gambe e le mille immagini di paesaggi di mare e di lago davanti agli occhi.

 


 
Questo mini viaggio avventura è l'ulteriore conferma di quanto la voglia di viaggiare sia viva piu' che mai, anche ora che ho la sicurezza del visto, un lavoro stabile per un po' di anni e che mi piace e soprattutto che vivo in un posto di mare da favola.
E' proprio vero che quando inizi a viaggiare nella vita non vuoi mai smettere e risulta incomprensibile di come alcune persone non amino spostarsi dalla loro città natale per vedere nuovi posti e incontrare gente diversa.
Il viaggio in bici poi è l'incarnazione dell'avventura, lo senti sulle gambe, lo respiri nel vento che ti abbraccia, nel sole che ti brucia la pelle, nel sudore sulla fronte, nel peso dello zaino sulle spalle, nel non sapere cosa c'è dopo la curva o alla fine della salita.
 
Era da tempo che volevo fare un viaggio in bici ma non potevo immaginare che fosse così bello.
La libertà di fermarti quando vuoi, per fare una foto o per uno spuntino o semplicemente per goderti il panorama; la libertà di cambiare strada, di partire e arrivare senza piani, di godersi il momento, di non pensare né al passato nel al futuro.
 
Avrei voluto fare piu' km, vedere piu' paesaggi, avrei dormito ancora in ostello e chiaccherato all'infinito con la mia compagna di avventure ma devo tornare alla mia quotidianità, il mio lavoro, la ricerca di una casa per conto mio,  i miei progetti di vita che piano piano sto concretizzando.
Ed è per questo che sono felice qui, perché piano piano i miei sogni stanno diventando realtà