giovedì 26 gennaio 2017

Crisi

Ad un mese dall'intervento esce fuori la prima crisi psicologica.
Sembra che più diventa facile fisicamente, più aumenta la sfida mentale.
Il dolore sta via via diminuendo, mi sento più energie e forza ma, non avendo la possibilità di usarle mi sento in trappola e se provo a spingere il corpo e andare oltre i limiti, ecco che torna il dolore.
Dipingere, disegnare e creare arte non sono più abbastanza per dare un senso ai miei giorni e la mancanza di libertà nel poter gestire le mie giornate, poter uscire, poter vedere gente, dover sempre contare su qualcuno ancora per piccole cose, mi fa sentire come in prigione.
Insomma, avevo retto bene 4 settimane, positiva, forte, determinata,ora ci sta che mi sento mentalmente giù.

Alla quinta settimana faccio il primo grande miglioramento.
Dopo una serata a teatro dove la mia gamba si è infiammata di nuovo e non mi ha dato pace tutta la notte,il giorno dopo riesco a camminare poggiando tutto il piede, sempre con le stampelle, ma una camminata quasi normale.
Dopo pochi giorni cammino con il bastone e dopo una settimana sono libera senza stampelle!!!

Sono ormai alla fine della sesta settimana e cammino liberamente, riesco a fare la spesa da sola, la lavatrice e passare l'aspirapolvere, cose che la gente normale odia fare ma che al momento sono così contenta di riuscire a fare senza chiedere aiuto.
Anche la fisioterapista è impressionata dai miei miglioramenti, non so se sto davvero migliorando in fretta o lei mi dice così per darmi motivazioni
Ed eccomi in uno dei miei esercizi di bilanciamento, orgogliosa di riuscire a stare sulla mia gamba infortunata


lunedì 9 gennaio 2017

nuova dimensione del tempo

Qualche settimana fa, prima dell'operazione avevo un po' di paura, non della chirurgia in se, ma del dopo, del periodo di recupero post operatorio a casa, di sentirmi sola nello spendere lunghe giornate senza compagnia, del sentirmi persa senza avere niente da fare, dell'annoiarmi nello stare sempre a casa, nell'ansia di non avere piani per la settimana.
L'idea di non poter continuare con il mio stile di vita super pieno di eventi e frenetico mi spaventava più che viverla realmente.
Come al solito mi faccio un sacco di pippe mentali che non servono a niente e come al solito quando mi trovo nel bel mezzo di una situazione di crisi o una nuova sfida la supero sempre a testa alta.  

Sto realizzando adesso quanto la mia vita fosse inscatolata in una fitta serie di cose da fare e il tempo fosse scandito da un programma deciso a priori: tempo dedicato al lavoro, tempo per mangiare, per dormire, tempo per lo sport, tempo per gli amici, tempo per i concerti e i divertimenti, tempo per viaggiare. Non che la mia vita non fosse sana, anzi ho sempre dedicato tempo a cose che fanno bene e che mi fanno stare bene, fisicamente e emotivamente, ma ora ho solo un tipo di tempo, il tempo di essere.
Non avere un programma giornaliero da seguire mi fa sentire libera e tranquilla...e pensare che prima non avere la giornata pianificata o l'intera settimana già programmata mi mandava in ansia e mi sentivo che stavo perdendo tempo.
Sono stranamente e inaspettatamente serena.
Dormo quando ho sonno, il che può capitare anche di giorno (cosa mai successa prima), mangio quando ho fame, dipingo o disegno quando sono ispirata, leggo quando la mia mente è libera, tutto senza programma, tutto senza ansia. 
Ovvio che mi mancano le mie attività, lo sport, la danza, il surf, la libertà di potere uscire quando voglio, la mia vita sociale,
Forse è anche perchè so che è una situazione temporanea che me la riesco a godere, tra tre settimane torno al lavoro e riprendo la mia routine.
Eccp la mia nuova vita temporanea da storpia, fatta di disegni, solitudine e qualche sporadica uscita al mare con Ilaria e Zen.