venerdì 21 giugno 2013

Solstizio di inverno

Oggi è astronomicamente entrato l'inverno, anche se per gli Aussie inizia il primo giorno di Giugno. 
Per celebrare il giorno più corto dell'anno, mi vado a godere le ultime ore di sole sulla spiaggia subito dopo il lavoro.
 
 
pur essendo inverno i fanatici del surf non mollano e sfidano le fredde acque dell'oceano
 
 
 
Insomma non si sta poi tanto male per essere inverno, il sole continua a splendere e mi riesco ancora a godere lunghe biciclettate.
 
Quarta domenica di inverno, sole, cielo sereno, si parte per un giro in bici verso sud.
La cosa bella è che da queste parti puoi caricare tranquillamente la bici sul treno con un biglietto normale e farti portare dove vuoi.
Noi decidiamo di andare poco più a sud del Royal National Park, fermata Austinmer.
Tira un po' di vento e il primo tratto in paese è in salita, ma il panorama è meraviglioso.
Senza contare che c'è una lunga pista ciclabile che corre lungo la costa fino a Wollongong.
Oltre ad avere il panorama del mare, passiamo in mezzo ad una sorta di oasi paludosa dove si radunano un sacco di uccelli. Mi stupisco sempre di vedere i giganteschi pellicani e mi rendo conto di quanto sono grandi quando aprono le ali e si alzano in volo.
La pedalata è piacevole e rilassante, 2 ore per fare nemmeno 20 km e arrivati a Wollongong ci concediamo dei meravigliosi noodle fatti a mano in un ristorante vietnamese. Ecco il bello di questo paese, pur non avendo una forte culinaria ha da offrire piatti da tutto il mondo!
 









 
 Tornata a casa, apro il garage per rimettere la bici a posto e...trovo una Harley Davidson da non so quanti mila dollari!!!

 


...di fianco alla bagnarola con cui andiamo a pescare!



Per concludere un mega acchiappasogni fatto in queste sere di assenza di internet.


giovedì 13 giugno 2013

tropic days

Ormai è diventata una tradizione da viaggio, cappuccino e cornetto ogni volta che sono in aeroporto per un nuovo viaggio.
Vivere a poche ore di volo dai tropici è un richiamo troppo irresistibile per restare a Sydney nel fine settimana lungo del compleanno della regina. Non che l'inverno di Sydney sia freddo, metto appena la felpina e lungi da me qualsiasi indumento di lana, ma l'idea di stare in pantaloncini e andare al mare,e soprattutto alla grande barriera corallina è quella che mi ha spinto a comprare un biglietto per Cairns.
Ed eccomi qui, ore 5 del mattino, di nuovo con lo zaino in spalla, di nuovo in aeroporto, di nuovo sola con i miei pensieri, di nuovo felice.
Mi sento solo in colpa di aver buttato giù dal letto il mio coinquilino nell'unico giorno in cui non si doveva alzare prima dell'alba, per farmi accompagnare in aeroporto, ma in fondo si è spontaneamente offerto lui... dopo che l'ho tirato su a settimane di pizza fatta in casa, tiramisù, torta della nonna, crema catalana e biscotti al cioccolato, credo che il livello di zuccheri nel suo corpo è talmente alto da impedire qualsiasi microscopica avversità nei miei confronti.

No la realtà è che andiamo d'accordissimo, ci si aiuta a vicenda, si fanno due chiacchere la sera, si fanno le maratone di Family Guy e Cleveland Show insieme, insomma ci si fa compagnia, ma in un modo distante, quasi freddo, a me sconosciuto.
Niente a che fare con il rapporto fraterno che avevo e che ho tuttora con i miei precedenti coinquilini turco e venezuelano, dove ci si diceva tutto e ci si confidava. Anche adesso a distanza si tira fuori di tutto al telefono, che siano sogni, paure o incertezze, dove il confronto è a diversi livelli, dove mi sono sentita davvero ascoltata e capita.
Forse con questo nuovo coinquilino è troppo presto per avere la complicità che avevo con loro, ma ho l'impressione che questa sia la famosa inaccesibilità di eredità Britannica degli Aussie. Non è la prima volta che sento dire che gli Australiani sono amichevoli, informali e altruisti, che prendono subito confidenza, ti pagano da bere e ti invitano ad un barbecue senza troppe formalità, ma non ti mostrano mai quello che sentono veramente, non entri mai realmente nella loro sfera emotiva, non sai mai cosa gli passa per la testa, sei sempre un passo distante.
Questa è la sensazione che ho avuto anche col mio precedente coinquilino Australiano in Victoria.
Prima di aprirsi e confidarsi con me è passato del tempo e comunque non siamo mai davvero entrati in contatto, nonostante io sia un libro aperto con tutti senza distinzioni e non aspetti tempo per aprirmi e raccontare di me.
Ormai è passato un mese da quando vivo in questa casa nuova, ci siamo visti praticamente ogni sera, abbiamo condiviso barbecue, giornate di pesca e giri in bici insieme. Lui sa praticamente tutto di me, quello che ho fatto negli ultimi anni e quello che voglio fare, i miei progetti, i miei sogni, le mie aspettative. Non posso dire lo stesso di lui. Sarà che sta passando un periodo difficile e sfortunato, la separazione con la moglie, i bambini piccoli, i genitori entrambi con il cancro, ma non si apre davvero mai con me.
Non credo sia un fatto solo di timidezza, credo che senta anche il confronto con me; ho l'impressione che non sia contento della sua vita ed ha paura ad ammetterlo con se stesso e di conseguenza a dirlo.
In tutto ciò io provo a leggerlo, ma lo sento lontano anni luce. niente a che fare con il calore fratenro di Ilker e Eduardo.

Riflessioni a parte sul mio coinquilino e sull'"Australianità", questo è un periodo decisamente felice e ricco della mia vita, sono tornata a credere nel lavoro e ad avere prospettive per il futuro; sono tornata ad alimentare i miei sogni con qualcosa di concreto e soprattutto ad avere soddisfazioni e quella gratificazione che non ho mai avuto in Italia.
Il capo l'ha puntualizzato in una delle riunioni, una delle priorità per il personale di laboratorio è quella di avere un feedback dai clienti, attraverso il sale manager; è importante sapere che fine fanno gli aromi che formuliamo in lab, se piacciono o meno e soprattutto se vendono, per avere un idea concreta del lavoro che facciamo e se lo facciamo bene. Credo che questa sia la cosa più bella della mia azienda, il capo vuole tutti i dipendenti contenti, collaborativi e rilassati. Alla fine è questa la via per essere più produttivi, essere motivati e rilassati.
In Italia molti dovrebbero prendere esempio da questo modello. Non c'è competizione, stress, invidie o leccaculo. Qua crumiri arrivisti come c'erano in Italia nemmeno l'ombra.
L'unica cosa è che a volte sono troppo rilassati, il fatto di essere liberi e senza pressioni rende i ritmi di lavoro lenti e dilatati, le pause caffè e pranzo lunghe e i meeting per migliorare l'andamento del lavoro lunghi e senza conclusione.
Tirando le somme si lavora meno e si vive decisamente meglio!
Parlando di gratificazione, il mio primo successo è stato un aroma per liquori per un cliente di vecchia data. il primo tentativo l'aveva fatto il flavourist ma non era piaciuto; il progetto ci era tornato indietro tornato indietro ed era passato a me. La mia formula, dopo averci lavorato su per due settimane, invece è piaciuta ed è stata venduta, con tanto di complimenti del mio team di laboratorio.
Che soddisfazione fare qualcosa meglio del flavourist che ha più di 30 anni di esperienza!!!
L'allievo supera il maestro.

Altra e più grande soddisfazione è stato un progetto lampo di un'aroma per una bevanda salutista disgustosa. Cliente nuovo, un grosso nome. Nel giro di qualche giorno sforno due formule nuove, gliele mando, gli piacciono, le approvano e ne ordinano una grande quantità!!!!
Solo per il fatto di essermi sentita dire "brava, hai fatto un buon lavoro", mi sento ripagata, mi sento quasi una vera ricercatrice.
E' bello quando qualcuno ti da fiducia, ti affida un progetto importante ed è poi gratificante quando vedi il tuo successo.
Un altro mondo davvero qui.
Se solo penso che prima ero trattata come l'ultima ruota del carro, non ero tenuta a sapere niente, nemmeno a pensare, dovevo solo eseguire ordini, imparare o sapere qualcosa era pericoloso.
Qui il flavourist mi ha dato anche accesso al suo libro di formule, deve avermi proprio preso in simpatia, è come se stesse cercando un erede per la sua conoscenza. Mi ha fatto sua discepola senza sapere che non è il mio sogno lavorare tutta la vita in un laboratorio. Ho sempre l'impressione che la vita vera sia li fuori, devo solo capire qual'è la strada. Intanto mi creo un po' di stabilità e metto radici per il mio futuro. Devo ancora capire cosa voglio fare da grande!

Intanto continuo a viaggiare.


E' sempre bello vedere l'alba sopra le nuvole e sapere che il cielo al di la è sempre azzurro, sorvolare paesaggi sconosciuti e atterrare in un posto poco urbanizzato in mezzo ad una natura esplosiva.
L'aria è calda e umida, tira un po' di vento e c'è qualche nuvola, ma il tempo non mi ferma certo dal tuffarmi nella laguna, una sorta di enorme piscina pubblica in pieno centro, vista mare e soprattutto gratis!!!
Il mare è fangoso, molto più fangoso di quanto mi aspettassi, molto più di Darwin o per lo meno qui è più evidente data la bassa marea. Ha comunque il suo fascino, soprattutto per i giganti trampolieri che ci sguazzano dentro in cerca di cibo.





Anche io come loro sono in cerca di cibo e trovo quello che assomiglia ad un maritozzo con la panna, di qualità mediocre, ma almeno mi da la botta di zuccheri che mi serve dopo la notte praticamente insonne.
L'ostello è una queenslander rinnovata e colorata, in un quartiere residenziale poco lontano dal centro e sono tutti gentilissimi e contenti, come sempre. Mi danno un biglietto gratis per un pasto ad un pub e mi prenotano il giro sulla barriera corallina. Visto che sono felice e in vena di autogratificazione mi concedo il katamarano superveloce che mi porta nella line più esterna del reef; offre colazione, pranzo e merenda e ci porta in tre diversi punti caratterizzati da una differente architettura del corallo, per un totale di 200$!!!
non mi sento affatto in colpa.
Cairns per certi versi ricorda un po' Darwin, case di legno immerse nel verde e costruzioni in muratura nuove, la maggior parte sono alberghi e resort per i turisti.
Qua però il turismo sembra aver portato più ricchezza, c'è anche il casinò!
Mi faccio un giro per il centro e becco la competizione di triatlon IRONMAN!, con tanto di fiera dello sport annessa.




Molta gente del New South Wales dice che è triste vivere al mare e non poter andare in spiaggia perchè fa schifo, c'è il fango, le meduse e i coccodrilli, beh se il sostitutivo è questa meravigliosa piscina pubblica con vista mare e montagne e me tanta tristezza non fa, quasi quasi ci vivrei!





Cammino talmente tanto che le infradito mi spaccano i piedi; dopo due mesi di scarpe chiuse, rientrare in tenuta estiva è stato micidiale per i miei piedi.
Stessa cosa capitata quando sono andata in Tailandia dopo 4 mesi di solo scarponi in fattoria.
Così mi tocca camminare scalza.

Poco male, qui tutti camminano scalzi, le strade sono pulite, non ci sono vetri per terra visto che qui è proibito bere alcolici per strada. Passo sotto un albero infestato di pipistrelli, una puzza tremenda di guano e mi accorgo che ci sto camminando sopra!!




In ostello ore 9, piedi distrutti, crollo quasi subito anche se in camera ho tre tedeschi diciottenni che rompono almeno fino alle 11; cosa positiva almeno non russano.
Sveglia prima dell'alba con una pioggia scrosciante che però lascia spazio al sole nascente nel giro di un'ora.
Le strade del centro sono bloccate per la partenza della gara di triatlon, ma il pulmann mi porta lo stesso in tempo alla stazione per prendere il trenino panoramico.
La scenic railway per Kuranda corre lungo una delle linee più pericolose dell'Australia; è stata costruita 120 anni fa per collegare una miniera d'oro sulle montagne alla vallata di Cairns. Durante la costruzione dei ponti o lo scavo delle numerose gallerie sono morte più di 30 persone, senza contare tutti gli operai deceduti per morsi di serpenti velenosi, punture di insetti o infezioni.
Il treno si inerpica sulle colline salendo di 1 m ogni 50 m, con una meravigliosa vista sulla litoranea.


Tutto è immerso nel verde più totale, la natura qui fa da padrona e la pioggia e l'umidità regnano sovrane. Entriamo nelle nuvole a quota 200m, non prima di aver attraversato una cascata. Il treno ci passa a pochi metri in bilico su un ponte una volta di legno.



Il treno si ferma invecie alle più grandi cascate Barron Falls dove il fiume omonimo fa un salto di e l'acqua viene poi utilizzata per produrre elettricità giù a valle. Le nuvole non lasciano vedere un gran che, ma creano un'atmosfera suggestiva.


Arrivata a Kuranda ho la netta sensazione che siano finiti i tempi degli hippy e che queste siano le rovine date in pasto ai turisti per far sopravvivere il luogo.


Il villaggio è un susseguirsi di negozi di souvenir cinesi, manufatti in coccodrillo australiani e opali, ristoranti e bar.
Quello che rimane è il mercato che conserva la sua facciata frikkettona insieme a qualche soggettone d'epoca che ti legge i tarocchi o ti cucina vegano. Di artigianato hippy nemmeno l'ombra, sono tutte cose di importazione dall'India o dalla Tailandia. Trovo lo stesso vestito comprato a Bangkok un anno fa al quadruplo del prezzo. Ecco la globalizzazione.
Dov'è finita l'etica hippy, l'ecosostenibilità, l'autosufficienza e il vivere in comune. Qua appena i turisti se ne vanno, i negozi chiudono e il paese resta deserto. Ormai quasi nessuno vive più qui, tutti riscendono a valle, eccetto qualche coppia di reduci.
Comunque mi piace sempre girare per bancarelle e ce ne sono un paio interessanti, una di una sarta che fa mutande con ritagli di stoffa riciclati, un giapponese in kimono che ti fa la cerimonia del tè e un rastaman sulla 60ina che suona didjeridoo.










Nel villaggio inoltre si trovano altre attrazioni per i turisti: un rettilario, un koala sancuary, uno delle farfalle, uno degli uccelli e uno dei pipistrelli, l'unico che avevo intenzione di vedere ma era chiuso.
Insomma mi sembra che kuranda sia un parco gioci per turisti in vena di spendere soldi.
Comunque mi compro lo stesso un paio di pantaloni indiani per la mia collezione!
Il ritorno è in funivia. Sola nella mia cabina ho tutta la privacy per farmela sotto  per l'altezza raggiunta, soprattutto quando la mia cabina si ferma tra due piloni a 50 metri di altezza, sopra le cime degli eucalipti. 


Ecco il Barron Gorge!!!




Però vedere la foresta tropicale dall'alto fa il suo effetto. Da vedere!



I 200$ spesi per la crocera alla Great Barrier Reef sono stati l'investimento migliore del viaggio.
Il tempo non è dei più felici, è nuvoloso, il mare è mosso, tanto che il catamarano superveloce fa delle impennate da paura sulle onde e tempo 20 minuti la gente iniza a soffrire di mal di mare, me compresa.
Il viaggio è lungo, 2 ore di navigazione fino a quando il profilo verde della costa scopare all'orizzonte.
Il katamarano si ferma in mezzo all'oceano, non ci sono nè isolette emergenti, nè stazioni galleggianti come mi aspettavo. Il fatto di tuffarmi così in mare aperto mi sconvolge sempre.
Siamo nella line più esterna della barriera corallina, dopo la quale i fondali sprofondano a centinaia di metri.
Si vede il confine dove si infrangono le onde, li il corallo sfiora la superficie dell'acqua.
Bisogna nuotare prima di quella linea di confine, onde evitare le correnti e l'effetto grattugia sul corallo duro.
Scelta maschera e pinne, ci danno anche una sorta di muta di licra, non per il freddo ma per proteggerci dalle meduse e altre forme di vita urticanti.
Qui vivono le famose box jelly fish, le meduse mortali, trasparenti, piccole come un fagiolo e con i tentacoli lunghi metri e sottili come un capello, insomma impossibili da avvistare ed evitare.
La stagione della riproduzione e dell'invasione di massa è finita, ma c'è sempre un minimo pericolo.
Comunque appena mi tuffo e ficco la testa sott'acqua mi passano tutte le paure.
Il meraviglioso spettacolo che ho davanti è sufficiente a farmi viaggiare, dimentico qualsiasi pensiero e inizio a perdermi tra i pesci ed i coralli.
Ora capisco perchè è patrimonio dell'umanità ed è classificata come uno dei più bei siti dove fare immersioni. Lo spettacolo è senza paragoni, nè i fondali Tailandesi nè quelli della costa ovest sono all'altezza.
La varietà del corallo e delle altre forme di vita è sorprendente. Non solo i coralli sono intatti , al contrario della Tailandia dove erano tutti rotti e i frammenti si raccoglievano sulla spiaggia, ma sono anche vivi e brillanti di colori diversi.
La biodiversità che c'è ad 1 solo metro dalla superficie lascia senza fiato.
La cosa davvero fastidiosa sono le correnti, qui sono davvero forti, bisogna nuotare con vigore e non è facile fare foto.

Ci sono un sacco di pesci pappagallo neri, blu e arcobaleno; con il becco (proprio come un pappagallo) rompono il corallo duro e le conchiglie, lo macinano e cacano sabbia!!!

































Incontro ravvicinato con il pesce pagliaccio, barracuda e il meraviglioso e gigantesco Mahori Wrasse. Questo imponente maschio domina questa zona del reef ed è abituato ai turisti, tanto da farsi avvicinare per fare le foto. E' chiamato Elvis per via del bernoccolo sulla fronte, in realtà una riserva di olio che gli permette di nuotare orizzontale, vista la testa sproporzionata rispetto alle pinne e al corpo altrimenti penderebbe in avanti!!
La specie è detta Mahori per via dei disegni sul corpo che ricordano i tatuaggi della popolazione del pacifico.
Elvis è l'unico maschio della colonia, le altre sono tutte femmine e, nel caso in cui dovesse morire, la femmina dominante cambierebbe sesso e prenderebbe il suo posto.
Il contatto ravvicinato con lui è davvero mozzafiato. Peccato non abbia portato abbastanza soldi per comprare la foto che il fotografo mi fa insieme a lui.


Decisamente un'esperienza unica.








ecco un video del gigantesco mahori wrasse di nome Elvis che domina il reef

https://www.youtube.com/watch?v=1VxOlAhjMWI

ed io underwater!!!!

https://www.youtube.com/watch?v=lbecmH88ySw




Anche il ritorno è stata un'esperienza unica, ma in negativo. Il mare ancora più mosso ,l'80% dei passeggeri con il sacchetto per il vomito e tutti seduti a poppa per evitare l'effetto montagne russe.
Inizio ad avere anche io la nausea e dopo aver visto i  litri prodotti dal mio vicino, mi viene anche a me da sgottare.
Forse non dovevo abbuffarmi come un rospo sulla nave, ma i gamberi, l'insalata di patate, la frutta tropicale, il pollo tandoori col riso al curry e la tonnellata di dolci e frutta tropicale erano troppo invitanti per lasciarli li. Forse avrei sgottato anche sulla terraferma dopo un pasto così!

Poco male, appena svuotata mi sento meglio e una volta al molo vado subito in cerca di un posto dove cenare...fish & chips!!!