domenica 23 marzo 2014

Holi the colour festival

L'Holi è un antico festival indiano dei colori e dell'amore, una sorta di carnevale che si celebra alla fine dell'inverno, nell'equinozio quando è luna piena, in una battaglia di colori in polvere o di acqua colorata.
E' una battagli alla pari tra amici, sconosciuti, ricchi, poveri, uomini, donne, bambini e anziani, per strada, nelle piazze, fuori dai templi.
Il festival celebra la vittoria del bene contro il male, l'arrivo della primavera e la fine dell'inverno in una lunga vacanza dove si visitano amici, parenti, si scherza, si ride, si perdona e si rinsaldano rapporti logorati.
Come in tutti i posti dove ci vivono Indu non poteva mancare anche a Sydney il bagno di colori piu' famoso del mondo, in versione mini.
Lots of colours lots of fun!!!







lunedì 10 marzo 2014

labo-rat

Poiché questo si sta rivelando il periodo piu' bello della mia carriera, non posso non scrivere un post a proposito e colgo l'occasione per descrivere il mondo del lavoro qui agli antipodi.

Parto dal presupposto che qui non è il paradiso, l'eldorado o la qualsivoglia meta ideale dove ti buttano il lavoro addosso, ti regalano una carriera perfetta o ti danno una barca di soldi senza fare nulla, qui niente è regalato, ma è sudato e meritato.

Inizio dal primo giorno, che è ormai piu' di un anno fa, quando mettevo piede ingenuamente e un po' titubante nel mio attuale laboratorio.
Dopo due anni che non lavoravo piu' in lab mi sentivo un po' spaesata, poi per non parlare dell'impatto con il linguaggio tecnico in inglese.
Tempo due giorni per ambientarmi un po', tempo una settimana per lavorare completamente indipendente.
Ci vuole sempre un po' per far capire chi sei, soprattutto in un'altra lingua. C'è sempre diffidenza iniziale, tu non sei nulla, sei quello che c'è scritto sul pezzo di carta del tuo CV, ma poi lo devi dimostrare.
Comunque già è tanto essere stati assunti solo sulla base del proprio curriculum e con un solo colloquio telefonico, senza neppure aver visto il capo, né la manager.
Quando penso che in Italia dovevo andare ai colloqui in super tiro, nascondere i miei dreadlocks e dove, invece di parlare di quello che sapevo fare e di leggere il mio CV, mi chiedevano solo cose sulla mia vita personale, se avevo intenzione di sposarmi, avere figli e soprattutto tornare giu' al sud...discriminazione per sesso, età e provenienza, peggio di cosi!

Altra grande differenza tra qui e l'Italia: a nessuno gli può fregare di meno di come vai vestito, nel del tuo stile generale, nel mio caso nessuno ha mai detto niente su quelli che il mio capo in Italia chiamava "capelli appiccicati", che ormai sono lunghissimi e difficili da nascondere sotto i capelli normali come facevo prima.
Considerando che la maggior parte dei miei colleghi ha piercing e tatuaggi ben visibili e il mio capo le poche volte che viene in azienda porta pure i jeans, credo che il look qui non venga considerato nel giudizio complessivo di una persona. Nonché la provenienza; tra i miei colleghi ci sono un mahori, una greca, un sud africano, una Londinese, una di background Italiano e io. Nessuno qui ti chiede "ma poi se ci ripensi e vuoi tornare al tuo paese?", come mi è stato chiesto ad un colloquio a Milano.

La storia per il resto è breve ma intensa: dopo poche settimane, giusto il tempo di reimparare la chimica in inglese e di prendere confidenza con il nuovo gas cromatografo, già dimostro le mie capacità e metto a frutto la mia conoscenza nel settore.
Quello che ho sempre pensato di non sapere in Italia, perché non avevo mai ricevuto feedback da nessuno, qui viene fuori con facilità e sorprendo i miei colleghi nonché la manager che mi affida così i progetti piu' importanti.
Già dopo un mese lavoro da sola sui progetti piu'  difficili e per i clienti piu' grossi.
Dopo qualche mese arrivano le prime vendite delle mie formule, con tanto di complimenti del capo, del mio manager tecnico e del nostro agente.
Non solo mi hanno dato indipendenza e fiducia da subito, ma mi fanno sapere che fine fanno le mie formule e sul lavoro svolto, soprattutto se è stato fatto bene e ha portato alla vendita.
La cosa bella è che è tutto alla luce del sole, i complimenti arrivano dall'alto e vengono fatti davanti a tutti, perché siamo tutti parte della stessa macchina e si lavora tutti per la stessa causa.
Nessuno ti mette i bastoni in mezzo alle ruote o ti fa i dispetti per invidia, non c'è competizione perché sono tutti easy going, non è che gli interessi molto la carriera, basta che hanno un lavoro tranquillo e una vita privata serena e stanno a posto.
Questa atmosfera all take it easy sta contagiando anche me, e tante volte me ne frego e non mi ci metto al 100%; poi però quando mi arriva l'incarico grosso o il progetto difficile esce il topo di laboratorio che è in me, mi chiudo in silenzio nel mio stanzino e vado giu' di brutto a fare le mie formule. Ne esco solo quando ho un risultato decente da far vedere agli altri e da testare tutti insieme.
E la cosa di farmi sapere quando si è venduto un mio aroma non è stata solo del primo periodo per tenermi buona buona e farmi lavorare sodo, continua ogni giorno, e ogni giorno è una soddisfazione piu' grande.
Per non parlare poi di quando vengono i clienti in laboratorio: in Italia dovevo nascondere tutto, mantenere il piu' possibile le distanze ed evitare di parlare dei progetti. Qui il mio capo o la manager mi presentano ai clienti come "l'esperta dall'Italia" (perché Italia è ancora un marchio di garanzia, nonostante tutto), dicono su quali progetti lavoro e come ci lavoro con grande orgoglio...a volte è anche imbarazzante.
Ora sono passata anche alle fragranze, la sfida piu' difficile per me.
La cosa piu' bella è, non solo essere diventata indispensabile in lab, dove tutti mi cercano e mi chiedono cose e consigli, ma il sentirsi dire che sono brava e che ho fatto un buon lavoro mi fa tornare a casa felice.
Mai successo prima.
Anzi in Italia avevo quasi il dubbio di non essere molto portata per questo lavoro.
Non passava giorno dove non venivo cazziata o bistrattata e mi ritenevo fortunata perché non subivo mobbing come alcuni dei miei colleghi.
Qui non solo sono rispettati i diritti del lavoratore e la dignità della persona, ma soprattutto sono riconosciuti la professionalità, le qualifiche e l'esperienza. Tutti ti portano grande rispetto se sai qualcosa in piu' di loro, si fidano e ti danno carta bianca.
Questo è decisamente il periodo piu' gratificante della mia carriera.
Sono ormai lontani  i grigi giorni milanesi dove il lavoro mi faceva soffrire delle piu' comuni malattie psicosomatiche, ansia, insonnia, attacchi di panico; qua al massimo non dormo perché perché ho preso una scottatura al mare o un kookaburra ridacchia sulla mia staccionata all'alba...maledetto!!!





Qui sono contenta di andare al lavoro la mattina, dei miei 12 km in bici in mezzo alla natura e di passare 8 ore in laboratorio  dalla cui finestra vedo un piccolo cantiere navale (il mare è a 50 metri!!)




Questo è il mio camice ridotto a uno schifo dopo solo due giorni di lavoro durante la mia prima settimana

 
 
e questo è il magico mondo degli odori, dove nascono aromi e fragranze, la sala composizioni

 
 
....e io felice davanti alla libreria delle fragranze.