sabato 30 settembre 2017

last time in Sydney

Da quando mi sono licenziata il tempo è volato.
Le mie ultime due settimane sono state pienissime di eventi, persone e cose burocratiche da sbrigare.
Esperienza nuova per me sono stati i traslocatori.
Io che ho sempre fatto tutto in casa (ho fatto traslochi in treno, in bici e perfino con il carrello della spesa) ora mi trovo ad essere servita e riverita. Tre persone ad impacchettarmi tutto e caricarlo sul camion in meno di un'ora...e io li in un angolo a guardare, che non potevo nemmeno aiutare...beh mi dovrò abituare al fatto di avere qualcuno che mi fa le cose visto che a Dubai c'è gente che sta li ad aprirti le porte!



Ecco la mia casina vuota, tutto è tornato a com'era 4 anni fa.



Sono ufficialmente senza tetto, sta volta sono io a chiedere ospitalità e vado da Ilaria in centro città.
La cosa figa è che uno dei suoi coinquilini è un musicista e dormo tra tremila strumenti!


La casa ha anche un piccolo cortile interno dipinto di giallo, pieno di piante e accogliente, con una insolita atmosfera Jamacana per essere una casa vittoriana in Surry Hills, quartiere hypster.


Passo gli ultimissimi giorni a salutare gente, pranzi, cene, brunch e caffè per l'ultimo saluto.
Il regalo più bello me l'hanno fatto le tre mie amiche più vicine invitandomi a sorpresa a cena fuori e allo spettacolo dei percussionisti Yamato dove volevo andare da tempo.





Ultimo pranzo al mercato del pesce con Ilaria.


Visita alla mia amica neomamma


e ultimissimo picnic il giorno prima di partire.


Non si contano le lacrime che ho versato, stavolta andarmene da qui è stata più difficile che lasciare l'Italia, soprattutto perché non era previsto, avevo appena preso il mio visto permanente, comprato la macchina e iniziato a sentire la voglia di mettere radici.

Il viaggiare è come una malattia cronica, ogni tanto ritorna di desiderio di partire, ce l'ho nel sangue, chissà se tra i miei antenati c'era qualche nomade.

Marsupi per canguri termina qui e presto aprirò il mio nuovo blog di avventure negli Emirati Arabi



domenica 20 agosto 2017

metropoli nel deserto

Eccomi qui nella mia stanza di albergo a 4 stelle, con il mio primo abito formale (comprato all'usato ovviamente) pronta per il colloquio che mi cambierà la vita.



Parto dal principio.
Qualche mese fa avevo iniziato a dare un'occhiata ad annunci di lavoro, senza fretta, senza ansia, ma la volontà di cambiare azienda c'è da un po' di tempo.
Mi imbatto in un agente di reclutamento inglese, specializzato nel settore fragranze.
L'annuncio diceva
"cercasi un analista specializzato in gas massa di fragranze con capacità olfattive."
Insomma per farla breve esattamente quello che faccio io.
Non sono solo un tecnico analitico, ma rifinisco le formule "a naso" usando la memoria olfattiva accumulata in tutti questi anni di lavoro.

Mi butto, lo contatto senza crederci troppo e gli mando il mio CV.
Il giorno seguente mi risponde e mi fissa il primo colloquio telefonico.
Ancora non ci credo!
Dopo una settimana mi contatta la tipa delle risorse umane dalla casa madre.
Colloquio su skype con 8 ore di fuso orario di differenza...che figata la tecnologia!
Sempre incredula vado avanti con i colloqui e arrivo al settimo!!!
Mai fatti così tanti colloqui per un posto di lavoro.
Non ci credo fino a quando non mi vedo arrivare il biglietto aereo pagato e l'hotel a 4 stelle prenotato a Dubai per il meeting finale con il team tecnico.
Eh si, è questo il tasto dolente di tutta la storia, che sto per lasciare l'Australia e andare a vivere negli Emirati Arabi!

Atterro all'alba al lussuoso aeroporto di Dubai dove mi aspetta un autista con un cartello con il mio nome...mi sento una donna in carriera, anche se vesto i miei vestiti hippy e ho due dreadlocks lunghi fino al sedere!
Esco dalle porte dell'aeroporto e mi assale il famoso caldo umido terrificante di cui mi avevano parlato. Sono le 5 di mattina e ci sono 45 gradi!!!
Il tragitto dall'aeroporto all'hotel è una cosa fuori dal mondo.
Sembra di essere in un film in mezzo a tutti sti palazzoni di lusso lungo una strada ad 8 corsie.
Per non parlare del mio "modesto" alloggio...



ho addirittura il ferro e l'asse da stiro, figata così mi posso pure stirare la mia unica camicia prima del colloquio!


Mai visto un bagno così figo, ho pure la vasca da bagno!!!


Dopo essere collassata fino a mezzo giorno nel mio letto ultracomodo con cuscino antiallergico, decido di andare ad esplorare la città, anche perchè mi sta montando una certa fame.
Vado all'isola artificiale della palma, dove c'è il famoso hotel Atlantis.


Questo posto è da matti!!! Sembra di essere in un parco giochi per ricchi!!!
Prendo il monorotaia senza autista, giusto per essere proiettati nel futuro e mi godo la vista dall'alto del parco acquatico e della zona residenziale della palma.



Prendo il tram e arrivo alla marina. Da notare il passaggio sopraelevato per attraversare la strada ad 8 corsie, ci metto 15 minuti per percorrerlo tutto!!!




Sembra di essere in una città lego nel deserto.
Il caldo è insopportabile, riesco a stare in giro solo un'oretta, poi mi rifugio in uno dei tanti mall con l'aria condizionata.
Vado esattamente nel mall più grande del mondo, il Dubai Mall!!!

Anche questo è un posto immenso, c'è persino la street view di google maps delle strade dentro  il mall. La cosa più assurda è la pista da sci indoor. Non voglio pensare all'impatto ambientale e al contributo che questo posto da all'effetto serra...che spreco di risorse.




Al mall resisto ben poco, lo shopping non fa per me. Torno in albergo e mi sciallo in piscina per un paio d'ore con il mio libro.
Esco al tramonto quando la temperatura è leggermente migliore, e vado a vedere un'altra struttura da record, il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo.


La cosa più bella del mio primo giorno a Dubai è il cibo, si mangia benissimo e costa poco rispetto all'Australia, tradotto mangio come un porco!

Mi sveglio presto anche se il colloquio è alle 10, ho bisogno di tempo per sistemarmi i capelli e ficcarmi i dreadlock dentro nascosti.
Il colloquio va bene, il giro dei laboratori ancora meglio, anche sopra alle mie aspettative e mi trattano come una principessa. Mi portano a mangiare in un ristorante costoso e mi fanno fare il giro della città per vedere i quartieri residenziali dove prendere alloggio...inizio a pensare che forse ho davvero avuto il posto.

La sera non posso non fare un giro nella città vecchia.
Mi prenoto una cena tradizionale al centro per la comprensione culturale, decisamente una delle cose più belle che ho fatto in due giorni.





Il cibo buonissimo era accompagnato da spiegazioni sui loro costumi, il perchè dei loro vestiti, il significato delle preghiere, le tradizioni culinarie ecc
Devo dire che hanno un profondo senso dell'ospitalità e un grande orgoglio delle tradizioni
Che dire, mi abboffo come un rospo e mi godo l'intrattenimento culturale.





La cena si conclude con i profumi tradizionali ereditati dalle generazioni precedenti e il famoso Bakhour, una sorta di incensiera tradizionale per profumare casa e vestiti.
E qui scatta il mio intervento professionale sui profumi. Il padrone di casa si gasa di brutto sapendo che sono del mestiere e parliamo fino alla fine della serata.


Finita la cena tradizionale mi faccio un giro per la città vecchia e il souk, l'unico posto dove mi potrebbe piacere fare shopping, se non fosse per sti maledetti venditori che ti assalgono per venderti di tutto. Ti fanno passare la voglia di comprare.



Riparto all'alba del giorno dopo, altre 17 ore di volo per tornare a Sydney e riflettere su quello che mi è appena successo e le conseguenze sul mio futuro.
Tempo una settimana mi arriva il contratto...sono ancora incredula, mai ricevuta un'offerta così!!!!
Non posso rifiutare, anche se lascio a malincuore l'Australia.
Ora ho meno di due mesi per chiudere la mia vita qui a Sydney, fare i bagagli e partire per una nuova avventura.


Il sogno continua quando mi contatta l'agenzia per i traslochi internazionali incaricata di impacchettarmi tutto (dalla forchetta al mio tavolo balinese!) e l'agenzia responsabile della ricerca di un alloggio.
Non mi devo preoccupare di niente!
L'essere trattata come una principessa mi mette in soggezione, io che sono sempre stata indipendente, autosufficiente, ho fatto traslochi via treno, da sola e pure usando un carrello della spesa!!!



mercoledì 12 luglio 2017

back on stage

Al mio ritorno dalla Tailandia mi ero ripromessa di tornare a danza...e così è stato!
Con un po' di timore e ancora dolore all'anca inzio piano piano con un'ora a settimana, poi due, poi tre.
Le prime due settimane ho un male cane, non durante gli esercizi, ma il giorno dopo e va via via diminuendo col passare dei giorni.
Io comunque continuo con fisioterapia e esercizi di ginnastica correttiva a casa. 
Il mio obiettivo è tornare sul palco a Luglio.
La settimana scorsa la fisioterapista misura la forza della mia gamba destra, dopo un mese di danza, e...sono al 95%!!!!! Sono quasi tornata alla normalità!

Ancora una volta la mia perseveranza ha vinto e la fisioterapista mi da il congedo ufficiale dalla riabilitazione, ho finito!!!
Questa settimana ho avuto l'ultimo check up col chirurgo che sorpreso del mio recupero esordisce dicendo che sono la sua migliore paziente di sempre, mai visto un recupero così veloce e completo. Lui non è un adulatore nè una persona molto ottimista visto che mi aveva predetto un possibile ritorno a danza a Luglio e probabilmente con grossi limiti di movimento. Invece rimane sbalordito dalla mia flessibilità e forza.
Sarà stata la voglia di tornare a ballare, la mia determinazione, probabilmente i miei muscoli allenati, fatto sta che sono tornata on stage anche prima di Luglio...e in prima fila!
Questo è un night market multiculturale per la settimana del rifugiato.



E questo è un apertura di un concerto di una band mezza senegalese mezza australiana




Ecco le mie girls con i costumi che ho cucito io



domenica 14 maggio 2017

the kingdom of Siam

Sveglia all'alba. Sono le 5:30 del venerdì santo, la valigia è pronta vicino all'ingresso ma sta volta ho il lusso di avere un passaggio in aeroporto.
Ilaria è di nuovo da me. Dopo nemmeno un paio di mesi di vita in città è stata buttata fuori casa e ora sta temporaneamente da me. Gli inconvenienti della vita fuori dalla confort zone.
Questa volta il mio rituale pre-partenza di cornetto e cappuccino lo faccio in compagnia.

La decisione di prendermi una vacanza e di andare all'estero l'ho presa all'ultimo minuto.
Nelle ultime settimane sentivo un prurito familiare. La mia riabilitazione sta andando alla grande e faccio grossi progressi ma ancora non me la sento di tornare a danza, perciò l'unico altro modo di soddisfare il mio prurito era quello di comprare un biglietto aereo.
Ero combattuta sul paese da visitare ma avendo solo 10 giorni di tempo e la necessità di un controllo ai denti, opto per la Thailandia dove sono stata 5 anni fa e ho anche il dentista.

Le dieci ore di volo vanno via in fretta, sono super rilassata, anche troppo forse, mi manca l'adrenalina da eccitazione da viaggio.
Come cambiano le cose in 5 anni...caspita sono già passati 5 anni!!!
Arrivo nei giorni del Songkran festival, letteralmente significa passaggio astrologico e si celebra l'anno nuovo secondo il calendario solare Buddista-Hindu.
Dal 13 al 15 Aprile è festa nazionale. La celebrazione è ricca di tradizioni simboliche. Al mattino si visitano i templi e si fanno offerte di cibo ai monaci buddisti. Si usa anche lavare le statue del Budda con acqua, a rappresentare la purificazione, il lavare via i peccati e la sfortuna dell'anno precedente.
Essendo il festival dell'unità, le persone emigrate tornano a casa dalle proprie famiglie e come forma di rispetto i giovani versano acqua nelle mani degli anziani. E' anche un'occasione per onorare gli antenati.
Questa festività è conosciuta come il festival dell'acqua e attira un sacco di turisti, soprattutto cinesi che vengono qui ogni anno solo per questo.
Le strade principali di delle città vengono chiuse al traffico e usate come arena per battaglie d'acqua. Non c'è limite di età e giovani e meno giovani si spruzzano acqua con pistole, fucili e secchiate intere di acqua. In alcuni centri si organizzano parate in costume tradizionale.
Io scelgo il peggior quartiere dove alloggiare durante il festival: Silom.
Bangkok in generale è semi-deserta, tutti sono tornati a casa dalle proprie famiglie e non c'è per niente traffico. Una metropoli di più di 8 milioni di abitanti deserta, ma ci sono tre quartieri in fermento e pieni di turisti dove si fanno le battaglie di acqua, uno di questi è proprio Silom.
Atterro alle 4 di pomeriggio, nel bel mezzo della celebrazione, non so come riesco ad arrivare in ostello semi asciutta. Non mi scomodo nemmeno a fare la doccia, lascio tutto in ostello, esco solo con la chiave e qualche soldo in una busta di plastica che mi servirà a comprare un fucile ad acqua, esattamente questo!



Mi butto anche io nella battaglia. Arrivo all'ingresso di Silom Rd che sono già zuppa fino all'osso e inizio a sparare alla gente un po' divertendomi un po' con la paura di ingoiare acqua putrida e prendermi il cagotto.
E' divertente, ci sono quasi 40 gradi e fa anche piacere ma dopo un'ora sono distrutta e ho finito l'acqua e i soldi per le ricariche.
La cosa meno divertente è ricevere secchiate di acqua gelata o spruzzi di acqua putrida negli occhi e in faccia.
Foto rubate dal web visto che sono uscita senza macchina fotografica.





Torno in ostello grondante, ma i manager non battono ciglio del pavimento bagnato, ci hanno fatto l'abitudine.
Vado in camera per asciugarmi e cambiarmi ma la chiave del lucchetto della mia cabina di sicurezza non gira, entra ma non gira, cacchio!!!!



Panico, ho tutto li dentro, soldi, macchina fotografica, passaporto, cacchio!!!!
Chiedo aiuto alla reception ma mi dicono che l'operaio tuttofare è in vacanza e che il giorno dopo avrebbero provato a trovare un altro per farmi aprire il lucchetto.
Cavoli, sono bagnata fradicia e ho due soldi in tasca contati. Meno male che qui costa tutto pochissimo e con 4$ ci fai una pasto completo.
Non chiudo occhio tutta la notte. Le compagne di stanza sono in pieno party mood e entrano ed escono tutta la notte fino alle 6 del mattino. Alle 9 quando arriva il signore tuttofare con la sega elettrica non mi faccio problemi ad avvisarle e a svegliarle.

Ho finalmente accesso a soldi e macchina fotografica e con il passaporto in mano mi dirigo al Victory monument dove mi metto alla ricerca dei minivan per Mae Klong, un paesino rurale a 80km dalla capitale, famoso per avere il mercato sulle rotaie del treno, ma non rotaie abbandonate, perfettamente in uso!
Non c'è nessuno che parla inglese e dico a chiunque Mae Klong, fino a che uno mi indica il minivan giusto.



Non c'è un preciso orario di partenza, parte quando è pieno, perciò aspetto buoni 40 minuti circondata da Tailandesi. A 20 km dalla città ci fa scendere e prendere un altro minivan. Il tutto comunicato a gesti visto che nessuno degli autisti parla inglese. Per la prima volta sono io quella che sa l'inglese, ma non riesco lo stesso a comunicare!
Per fortuna ho la tecnologia e mostro la mappa del gps agli autisti per fargli vedere dove devo andare.
Questo trucchetto mi salverà in numerose occasioni dove dovrò prendere taxi, moto taxi e tuk tuk.
Il viaggio è lungo, il mini van si ferma di continuo a far scendere gente e prenderne su altra. Per fortuna c'è l'aria condizionata.
Piano piano lo scenario cambia e dai palazzone e strade affollate di traffico passiamo all'aperta campagna.
Quando attraversiamo le saline siamo quasi arrivati a Mae Klong che è vicino al fiume omonimo.
Arriviamo all'1 e mezza, il treno che passa dentro al mercato è previsto alle 2 e mezza, ho solo un'ora da aspettare, giusto il tempo di fare un giro al mercato e magiare qualche spiedino da uno dei tanti venditori ambulanti.



Il mercato è letteralmente sui binari! è incredibile, la merce è dove passa il treno,frutta, pesce secco e carne fresca...




Alcuni ingegnosi hanno i banconi su rotelle e delle piccole rotaie su cui trascinarli ogni volta che passa il treno.


Il treno ovviamente non è puntuale e annuncia il suo arrivo con la sirena. Tutti i venditori chiudono le tende, spostano i banconi e si schiacciano contro il muro. Tutto è calcolato al cm, molta della mercanzia rimane per terra e il treno ci passa sopra senza danni.
Impressionante, pericoloso e decisamente unico.


ecco uno dei tanti video in rete

https://www.youtube.com/watch?v=UqUafue6vBE


Subito fuori da questo congestionato mercato trovo uno dei tanti taxi condivisi che porta ad Amphawa, villaggio a ridosso di un fiume diventato famoso per il suo mercato galleggiante e quindi meta turistica.




Arrivata al capolinea percepisco subito che è meta di turismo di massa. Tutto è super curato, le aiuole, il legno lucido, gli infiniti negozi di souvenir per turisti. Però le signore sulle barche che cucinano sono autentiche così come lo è il cibo.
... e il cibo è fantastico!
Assaggio sticky rice con mango  e crema di cocco, spiedini di banane, gamberi alla griglia, gelato al cocco, succo di melograno e succo di palma.








Il ritorno è un altro interminabile viaggio in mini van.
Questa volta non arriva in città e mi smolla ad una fermata del treno a caso in periferia...dannate barriere linguistiche!!!

Il giorno dopo è la volta dell'antica capitale del Siam, Ayutthaya.
E' l'antica città imperiale, peccato l'abbiano costruita in mattoni e non in materiali più resistenti, di sicuro sarebbe resistita di più alle orde Birmane e al tempo.
Ora sono solo rovine, un pò come Pompei solo che qui non c'è stata nessuna eruzione vulcanica e sopratutto è molto più giovane, 14esimo secolo, penso a molte strutture Romane ancora intatte dopo 2000 anni..
C'è da dire che tutte le sculture del Budda sono state vandalizzate dai Birmani che hanno tagliato tutte le teste pensando di trovarci oro nascosto.


Ecco la famosa testa incastrata nelle radici di un albero, esattamente dove i Birmani l'hanno lasciata dopo averla tagliata.








Sulla via del ritorno ci fermiamo nella residenza estiva del re, in stile coloniale. E' incredibile la devozione che hanno per il re, anche ora che è morto. Ci sono gigantografie e altari a lutto ovunque in città e fuori. Mi devo mettere un sarong per coprire le gambe prima di entrare nel palazzo reale, manco fossi ad un tempio buddista.
Sono così devoti che l'hanno mummificato per un anno e tra un po' di saranno celebrazioni in suo onore con l'inizio dell'anno nuovo.
Ovviamente non posso fare foto all'interno del palazzo, ma degni di nota sono per me solo i templi, uno in stile cinese donato dalla comunità cinese per ringraziare il re di averli accolti nel suo paese.








Non poteva mancare una veloce visita a Khaosan Road dove sta volta li assaggio davvero gli insetti fritti, però solo le larve, evito quelli con zampe e ali...non ho il coraggio.




Questa volta dopo un breve giro nelle vie turistiche,cerco dove i Tailandesi fanno shopping e mi ritrovo in un dedalo di viuzze tra palazzoni e centri commerciali infiniti.
Lascio consapevolmente il Chatuchak market all'ultimo giorno per il massacro finale,


Visto che sta volta non sono più una backpacker squattrinata mi concedo pure qualche lusso.
Mi pago un biglietto per vedere uno show di teatro danza tradizionale con cena inclusa, il Siam Niramit. Tutto organizzato, mi vengono pure a prendere in ostello, una cosa molto turistica ma lo spettacolo è grandioso, elefanti sul palco, un numero infinito di figuranti, scenografie pazzesche, musiche e costumi magnifici e c'è anche un fiume con barche sul palco!!!
Il palco è immenso e ci sono cosi' tanti attori che lo spettacolo è finito anche nel guinnes dei primati per questo motivo. 
Uno dei più bei spettacoli di teatro danza mai visti, davvero impressionante.
In tutto ciò riesco ad arrivare al quarto giorno senza la mia solita diarrea del viaggiatore e al quinto quando arriva è moderata e dura solo mezza giornata. Sta volta sono venuta preparata e ho una quantità di medicine degna di mio nonno.
L'ultimo giorno a Bangkok lo passo a visitare la casa museo di John Tomson, un filantropo Americano collezionista di antichità scomparso misteriosamente in Malesia qualche decina di anni fa.
La sua casa è ora museo e ospita una invidiabile collezione di statue e mobili antichi.



Il caldo è tremendo in questa stagione, secco, ventilato ma si è sui 40 e si sente. Sono esausta, arrivo alla stazione di Hua Lampong 2 ore prima della partenza del treno solo per stare in sala d'attesa con l'aria condizionata. Mi faccio un giro per comprare un po' di snack per il viaggio quando ad un certo punto tutti si fermano o si alzano in piedi se erano seduti...è l'inno nazionale.

Ecco il treno notte, ma mi chiedo dove dormo visto che non ci sono cuccette!
Lo scoprirò più tardi.
Questi giorni in Bangkok sono volati e sono estremamente rilassata e tranquilla, non vedo comunque l'ora di uscire dal caos della metropoli e scoprire le aree rurali del nord.
Alle 9 un addetto arriva a montare i letti. Ci fa alzare. Apre una di quelle che sembra una cappelliera ma che invece è il mio letto e tira fuori materassi, cuscini, coperte e le tendine per la privacy.
Che figata, alle 9 e mezza sono già comodamente sdraiata a leggere il mio libro.
E'davvero confortevole, l'unico inconveniente è l'aria condizionata troppo alta e, mettermi i pantaloni lunghi e la felpa non è abbastanza da tenermi al caldo, così mi congelo per tutto il viaggio...tutte le 14 ore!
Alle 6 mi sveglio e cerco un sedile dove potermi sedere e godermi il panorama nelle ultime ore di viaggio.
E'già perchè ora il mio sedile è occupato dal tipo sotto di me che ci dorme!

Qui siamo in mezzo alla natura, il treno attraversa risaie e villaggi rurali.
Alle 8 e 40 arrivo alla stazione di Chiang Mai, puntuale e un'orda di taxisti mi assale all'uscita della stazione.

Chiang Mai è una piccola cittadina storica circondata dalle colline. Si vede anche l'antica cinta muraria e un canale che ne segue tutto il perimetro e definisce il confine tra la città antica e quella nuova.
E'così piccolo il centro storico che riesco a girarmelo tutto in bici e riesco a vedere i numerosissimi templi tutti in un giorno. Il traffico non è niente di paragonabile a quello di Bangkok e si può girare in bici tranquillamente senza sentirsi in pericolo.














Ho la fortuna di incontrare un simpatico connazionale in homestay dove alloggio e decidiamo di affittare un autista che farci portare in giro tutto il giorno dove vogliamo noi, invece di pagare uno dei tanti tour per turisti dove fai tremila cose e non hai tempo di goderti niente.

Prima tappa il Karen village, dove vive una comunità di rifugiati da Burma, l'attuale Myanmar.
Ci sono 6 gruppi etnici diversi e il più famoso è quello delle "donne giraffa". Sono chiamate così fatto che indossano pesanti anelli intorno al collo. e col passare degli anni il peso causa l'abbassamento delle clavicole e danno l'impressione di avere il collo allungato, indicativo di grande bellezza.
Ero combattuta se andare o meno, se è una forma di turismo eticamente sbagliata, se in questo modo si continua la tradizione di imporre alle bambine gli anelli, ma ho letto diverse opinioni contrastanti e ho deciso di giudicare da me dopo aver visto la realtà del villaggio.
Essendo una comunità di richiedenti asilo politico non hanno uno stato legale in Tailandia e sono tenuti a stare nel villaggio anche come forma di protezione.
Non potendo uscire da quella comunità e lavorare liberamente l'unica forma di sostentamento, oltre all'agricoltura, è il turismo.
Gli uomini si occupano delle risaie e le donne, avendo limiti di movimento dovuti ai pesanti gioielli, sono dedite alla tessitura della seta.

Ecco il villaggio ad una ventina di km da Chiang Mai, sulle colline, circondato da risaie.




Le donne di etnia hanno anelli ai polpacci e orecchini estensori dei lobi ma non i famosi anelli al collo.



Ed ecco le famose "long neck" women.













Le donne anziane sfoggiano con orgoglio ed eleganza i loro anelli e la postura, e non mi sembra soffrano di sfruttamento da turismo di massa, non ci sono nemmeno tanti turisti, ne ho visti 3 in tutto il villaggio.
C'è da dire che le bambine con gli anelli al collo mi hanno fatto un po' pena.

L'ultimo giorno a Chiang Mai decido di dedicarlo al cibo e, dopo aver assaggiato la migliore cucina della Tailandia mi iscrivo ad un corso intensivo di cucina.

Ecco tutti i deliziosi piatti provati in questi giorni.
Sticky rice con crema di cocco e mango fresco, una delizia!


Grigliata di pollo e maiale con salsa di chilli dolce, presi per strada ad un baracchino zozzissimo


Il classico Pad thai di pollo.


Pad thai di pesce

Pesce al sale grigliato


I ciccioli!!!!

Eh si, sta volta ho provato anche questi, fritti!




Riso all'ananas...servito nell'ananas!



Involtini primavera


Sticky rice nel jackfruit



Uno dei tanti deliziosi succhi di frutta, servito con un fiore, lo stesso che usano per tingere il riso di viola.



Il famosissimo gelato tradizionale al cocco, servito con noccioline e sticky rice. Ne mangiavo due al giorno!


Un piatto misto fantastico: omelette ripiena di riso con pasta di gamberetti, pelle di maiale croccante, maiale in agrodolce, gamberetti secchi, gambero in tempura fritto, ananas, mango verde e verdure fresche varie.

Ultimo pasto, porrigedi riso in zuppa di pesce, ne avrei mangiati quintali!


Ecco la mia classe di cucina.


Ingredienti per il masaman curry



Per la zuppa di cocco e pollo chiamata Tom Ka.



Pad Thai


Ecco il curry!

Il corso di cucina è stata una delle cose più belle che ho fatto in questo viaggio.

Lascio l'ultimo giorno solo per lo shopping. 10 ore al Chatuchak e 20kg di bagaglio in più!