venerdì 7 ottobre 2011

L'ultimo volo di 10 ore è stato duro, mi facevano malissimo le gambe, sono stata tutto il tempo in dormiveglia, anche mentre guardavo il film; ormai niente più film in italiano, solo il film di Mr Bean riuscivo a capire.. :(
Faccio l'ultima terribile colazione con noodle cinesi e un uovo sodo marrone (non voglio nemmeno sapere perchè era marrone) e la mia gastrite è ormai una certezza.
All'aeroporto è la folla che come un fiume mi trascina dove devo andare; le pratiche qui sono davvero easy, mi timbrano il passaporto senza neppure vedere il visto.
Prima cosa compro una scheda vodafone, con annessa figuraccia per il mio inlgese, poi prendo il treno per il centro della città.
Sono a Kings Cross: è un brulicare di persone, di lungue diverse e volti.
arrivo a piedi al mio ostello, immerso in un boschetto di palme e aspetto 1 ora per fare il check in, il capo a quanto pare è andato a nuotare. E' un tipo sulla quarantina, pieno di tatuaggi e con un cagnaccio da punk a bestia. L'ostello è una sorta di casa su 3 piani, non molto pulito ma c'è un'atmosfera familiare. Pago, non mi legge il bancomat, per fortuna avevo fatto la carta di credito prima di partire.
La mia stanza è una doppia, anche se in realtà avevo prenotato una quadrupla; è un buco, non c'è l'armadio e i vestiti vanno attaccati al letto o messi sotto dentro delle casse di plastica
Dalla finestra entrano le foglie di una palma e ci sono sopra uccelli che strillano come scimmie.
Sono con una giapponese che non parla benissimo, così ci limitiamo a poche parole, soprattutto sono io che faccio domande su come fare o dove trovare certe cose.