giovedì 28 gennaio 2016

GAIA house

A volte mi servirebbero giornate di 48 ore per poter fare tutto quello che voglio. 
Non a volte...sempre! 

E' l'ultimo sabato prima delle vacanze di Natale e tutti organizzano il Christmas party.
Di solito sono sempre io ad organizzare le feste a casa, sta volta non mi passa nemmeno per la testa considerando che ho 4 inviti a 4 feste diverse e non so nemmeno quali scegliere!!

Primo invito: lei cilena, film maker, l'invito è ad un locale in zona universitaria. Al party mi aspetto gente da tutto il mondo e Australiani, per lo più gente che lavora con lei, quindi dell'ambiente del cinema, musica latina, un sacco di roba da bere e poco da mangiare.

Secondo invito: lei messicana, fuori di testa, sempre pronta a fare baldoria e a esagerare. La festa me la immagino a casa sua in uno dei quartieri nord ovest della città, in giardino, fiumi di tequila, zero cibo, musica rigorosamente latina e balli tutta la notte con annesso arrivo della polizia. Invitati per lo più messicani, sudamericani, ma anche da altri paesi.

Terzo invito: lei brasiliana, architetto, un po' hypster, stilosa, quasi sempre vestita di nero, taglio di capelli originale, montatura degli occhiali da poetessa esistenzialista. Festa nella sua casa vittoriana in un sobborgo dell'inner west, zona di artisti e gente con i soldi.

Quarto invito: a Gaia House. questo basta per accettare!

Decido quindi di andare a Gaia House verso ora di pranzo e poi sul tardi dalla Brasiliana.

Gaia house è una enorme casa degli anni 80 su due piani, con piscina, giardino enorme sul retro e 8 camere da letto, decisamente cadente e non mantenuta.
Probabilmente all'epoca era una casa di lusso, ora è una sorta di comune hyppy in una delle vie più ricche di Coogee, sobborgo est che si affaccia sul mare. Insomma una casa frikkettona in mezzo ai ricconi.
Arrivate li davanti non c'è nemmeno l'ombra di dubbio su quale sia, spicca decisamente in mezzo alle villone dei ricchi e mi chiedo come abbiano fatto ad organizzare una festa di quella portata ottenendo il permesso dei vicini.
A gaia house ci vivono in 10, tutti vegetariani, ambientalisti, tutti seguono filosofie e stili di vita etici, naturali, no global, ricycle ecc. da cui il nome della casa.
I mobili sono riciclati o fai da te, ci sono 3 cani (ovviamente adottati) nel cortile davanti e un orto nel giardino dietro, strumenti musicali ovunque, una casetta sull'albero e altalene e amache ovunque.
A gaia house vivono due brasiliani, una di origini italiane, 4 australiani, 1 neozelandese e gli altri ho perso un po' il conto in mezzo alla massa di gente presente.
C'è un buffet di cibo fatto in casa, uno stand di falafel, uno di tapioca brasiliana, una bancarella di vestiti usati, gente in piscina, un dj set con casse da festival, e la zona workshop. Io mi presento con una bottiglia di limoncello fatta in casa e degli arancini vegetariani.
Sembra un mini bush festival in città. C'è gente ovunque, chi con le chitarre, chi con djembè, chi balla, chi mangia, chi cucina. Io, dopo i vari saluti alle persone che conosco, mi dirigo nella zona workshop dove insegnano a fare dei mandala con i fili colorati e passo un po' di tempo ad arrotolare fili intorno ad una struttura di legnetti. 
Poi parlando di creatività con la tipa del workshop, esce fuori il discorso acchiappasogni e di come costruirli. Mi ritrovo così a guidare un workshop di dream catcher con 10 studenti!

La scusa con cui sono riusciti a convincere i vicini a dargli il permesso di fare questa festa esagerata era la raccolta fondi per uno dei ragazzi della capoeira. Qualche mese fa gli è stato diagnosticato un tumore e i ragazzi stanno raccogliendo fondi in tutti i modi per aiutarlo con l'operazione costosissima a cui deve sottoporsi.
La giornata vola via tra performance di capoeira, musica reggae, drum circle ed è già il tramonto.
E' tempo di dirigerci verso la casa dell'architetto.

Location e atmosfera decisamente diversa.
La casa è tirata a lucido, mobili di design, gatto di appartamento dal pelo lucido, giardino sul retro curatissimo con cuscini sul prato e barbecue alla brasiliana. Musica Brasiliana ma gente mista. Si mangia tonnellate di carne alla brace, fiumi di vino e si balla fino a notte fonda. Anche qui mi chiedo come mai i vicini non abbiano chiamato la polizia.
Forse la spensieratezza della gente di qui e l'assenza di problemi seri rende tutti più tolleranti.
In Italia, soprattutto in posti intolleranti come Milano, avrebbero chiamato la polizia dopo dieci minuti di musica nemmeno troppo alta.

Non credo ci sia modo migliore di concludere il mio anno prima di partire per il viaggio che sogno da tempo.












mercoledì 16 dicembre 2015

nell'occhio del ciclone

Un giorno come un altro d'estate, un'estate Sydneyana che assomiglia sempre di più a quelle calde e umide del Queensland.
Come ogni mattina prima di andare al lavoro, vedo le previsioni del tempo. Mette pioggia, rovesci a carattere temporalesco e vento forte.
Decido di non andare in bici, il cielo è davvero scuro e sta anche iniziando a piovere a Cronulla. Non mi va di bagnarmi a due giorni dalla mia partenza.

Nessuno aveva previsto quello che si è verificato.

Verso le 10 e mezza il cielo diventa completamente nero, si alza un vento forte e viene giù acqua con violenza. Tempo pochi minuti tutto ciò si intensifica e diventa un tornado.
Ci sono raffiche di vento a 213 km/h e viene giù grandine grande come palle da golf.
In laboratorio la luce, prima ad intermittenza, va via completamente. Rimaniamo al buio ad osservare il disastro fuori, sperando che non venga giù il tetto.
Vediamo pezzi di altri tetti volare via nel turbine, immondizia varia e ci spostiamo tutti al pian terreno. Il rumore è agghiacciante.
Appena di calma un po' tutti gli impiegati muovono le macchine dentro alla factory, ma qualcuna si è già beccata una palla di grandine.
Il tutto dura qualche ora, poi si calma tutto e la gente inizia ad uscire per strada.
Il cielo è ancora scuro e in mezzora inizia tutto di nuovo. Pioggia e vento forte.
Va avanti ad intermittenza tutto il giorno.
Noi rimaniamo in trappola fino alle 3 di pomeriggio, senza luce nè contatti con l'esterno.
Quando poi il cielo inizia ad aprirsi qualcuno si avventura fuori e li vede il disastro.

Il problema è che l'unica strada che porta a Kurnell è invasa da un traliccio di alta tensione e vari alberi divelti. Ci vorranno ore per liberarla.

Sono a casa per le 5, ero quasi tentata di tornare a piedi via spiaggia (un'ora di cammino più o meno), ma poi alla fine hanno lasciato circolare il traffico in mezzo al disastro.

Kurnell viene dichiarata città disastrata. L'unico sobborgo di Sydney così pesantemente colpito.
Il tornado si è spostato dalla penisola di Kurnell all'oceano, toccando marginalmente i sobborghi della costa di Sydney e per nulla il centro città.
Mai stata nell'occhio del ciclone.









Qhttp://www.dailytelegraph.com.au/news/nsw/storm-sydney-hail-the-size-of-golf-balls-hit-nsw/story-fni0cx12-1227647178808


http://www.dailytelegraph.com.au/news/nsw/kurnell-the-worst-affected-as-tornado-strength-storm-hits-sydney/story-fni0cx12-1227647109421

sabato 12 dicembre 2015

West African Festival

E' arrivato il festival che aspettavo da tanto e per cui mi sono preparata da mesi.
Il west African Festival.
La mia storia di danza afro qui a Sydney nasce proprio con questo evento.
Due anni fa, appena arrivata a Cronulla, senza conoscere nessuno, quando ancora andavo a concerti e serate da sola, mi imbattei in questo evento, che all'epoca era molto più grande e sponsorizzato.
Era nel parco Tumbalong di Darling Harbour, location costosa e centrale. 
Il festival era stato il  mio fulmine a ciel sereno: performances di danza, concerti afro, reggae, afro-bit, bancarelle di vestiti e stoffe, cibo, un sacco di eventi tutto il giorno.

Fu li che incontrai quello che dopo pochi mesi diventò il mio maestro di danza: Lucky, 
Nel 2014 il festival non è stato organizzato per mancanza fondi, ma quest'anno gli organizzatori sono riusciti a trovare sponsor e ad avere l'appoggio del community center di Marrickville. Location azzeccata, uno dei sobborghi più alternativi e culturalmente attivi.
Il festival è molto più piccolo di quello di due anni fa, ma sta volta io sono on stage e non tra il pubblico, fa decisamente un altro effetto.
La giornata vola via in un attimo, tra danza, musica e bella gente.
Che dire, vedere le cose dal palco ti da decisamente una marcia in più e ti senti davvero di far parte della comunità.












4th birthday

...e così all'improvviso arriva il mio compleanno. Il quarto celebrato Down Under.
Quando sei costretto a selezionare le persone da invitare perchè troppe, vuol dire che ti sei davvero integrato in un posto.
Questa volta ci sono due coppie, una bimba di 6 annie un piccolo ospite di pochi mesi, oltre a molte delle mie compagne di danza.
Le nazionalità sono come sempre diverse, Messico, Nuova Zelanda, Canada e Australia.
Mancano ospiti maschili, quest'anno è stato il mio ramadan di purificazione dagli uomini, volutamente tenuti lontano.





Il menù: ravioli di spinaci con ripieno di ricotta e funghi, una tonnellata di antipasti, vitello tonnato, arancini, taralli, focaccia e pizza fritta, funghi ripieni, polpette di ceci, caponata.
Quasi tutto vegetariano per le mie amiche frikkettone.


La torta, cioccolato e arancia, per la precisione la quinta torta questa settimana.
Anche  quest'anno ho celebrato più volte, tra laboratorio, classi di danza varie e comitive varie.



venerdì 13 novembre 2015

Mogo

Non ho neppure fatto in tempo a sistemare le cose del campo e ad asciugare tutti i vestiti che sono di nuovo in viaggio.
Meta: Mogo Bush beat festival

Equipaggiamento di viaggio: tenda, telo anti pioggia, che anche se c'è il sole tutto il giorno, la notte potrebbe sempre piovere, sacco a pelo, viveri per essere auto sostenibili nel bosco per due giorni e vestiti super frikkettoni.



Si parte!

Il piano iniziale era quello di andare in tre in macchina, partire venerdì sera dopo il lavoro e tornare domenica con calma. La persona che doveva guidare parte improvvisamente per un ritiro di musica in un altro bosco con lo scopo di trovare il ritmo in se stessa, il contatto con la natura e lo spirito.
Non sbrocco solo perchè è una delle mie migliori amiche e la supporto in ogni scelta che fa, però mi si girano per i bidoni dati all'ultimo momento, soprattutto poi per me che sono una planner freak!!

Poco male perchè troviamo un passaggio con un simpatico gruppo di Brasiliani.
Ancora non so come abbiamo fatto ad entrare in 5 in una macchinina con tutti i bagagli!!!
Due ore di viaggio esilaranti, con io che gli rifacevo il verso aggiungendo -ao o -enji a tutte le parole in Italiano per prenderli in giro del Portoghese, a parlare di viaggi, di musica, di danza.

Eccoci nell'area rurale di St. Albans.
Solo boschi di eucalipti tutti intorno e strade sterrate, eppure siamo in una proprietà privata, c'è gente che vive cosi isolata!!!

Siamo nel terreno del signor Sahaj, un simpatico hippy che ospita da due anni orgogliosamente questo raduno.
Si è ritirato qui anni fa e sta scrivendo la biografia della sua vita frikkettona in giro per il mondo.
Praticamente il mio io futuro!
La sua casa è completamente autosufficiente, pannelli solari, acqua piovana o del pozzo, gabinetti compost aperti, dove sperimento personalmente "l'evacuazione con panorama e canguri". 


Il posto è bello, peccato che il fiume sia in secca e ci siano un casino di mosche,le famose e insistenti mosche Australiane che ti entrano in tutti i posti e se non stai attento mentre parli, pure in bocca!
Per non parlare dei maledetti Bindi, un'erba infestante con dei semi estremamente pungenti che si conficcano dolorosamente nella carne. Impossibile camminare scalzi e ciabatte e scarpe sono la prova.






Il tema del raduno è: aggregazione e collaborazione, contribuire a costruire il festival come una comunità con arte, musica, amore e magia. Un evento focalizzato sull'espressione di se stessi, la responsabilizzazione e la connessione con la natura e le persone.
Tipiche filosofie frikkettone.
L'evento è assolutamente autosufficiente, ci si deve portare tutto, cibo, acqua, e riportare via tutti i rifiuti. Non ci sono docce, solo un fiume, i gabinetti sono compost chiusi con le tende o completamente aperti e panoramici, c'è un posto dove è permesso accendere un falò e una sorta di cucina collettiva all'aperto. 
Tutti contribuiscono con qualcosa, chi fa lezioni di yoga o meditazione, chi suona, chi come la mia amica ballerina tiene un workshop di Kuduro, ci sono giocolieri, chi costruisce cose con legnetti e foglie, chi un tempio con canne di bamboo, insomma la mia fauna preferita. 











Che dire, i fine settimana come questi mi ricaricano di energia positiva, ma mi distruggono allo stesso tempo, ho davvero bisogno di una doccia!!

mercoledì 11 novembre 2015

Scottagen?!

Quest'anno il campo intensivo di danza e percussioni col maestro Epizo Bangoura non viene tenuto a Bundagen come da tradizione ventennale, ma a Scotts Head, ribattezzata per l'occasione "Scottagen".
E' una piccola località di mare, la classica piccola comunità sonnacchiosa dove c'è un solo mini market, un bar e un pub.
Noi siamo ospitati da un campo scout nel bel mezzo di un bosco di Eucalipti e Banskie a due passi dal mare.
Faccio il viaggio in treno, la linea per Brisbane, 9 lunghe ore.
Sono seduta accanto ad un mezzo sangue Aborigeno di un livello culturale agghiacciante per cui gli argomenti di discussione sono davvero pochi. Per lo più si parla di cibo, che tra l'altro condivido con lui visto che non si era portato niente mentre io avevo viveri per una settimana.


Apparentemente i nuovi membri del consiglio comunale di Bellingen non hanno autorizzato la comunità hippy di Bundagen a ospitare il nostro campo per questioni di sicurezza delle aree comuni e di igiene della cucina. Le solite storie burocratiche che bloccano iniziative sociali e culturali.
Insomma dopo 20 anni che questo campo di danza viene tenuto nello stesso posto, mi vieni a dire che non è in sicurezza.
Bah
Probabilmente qualche hippy ha pestato i piedi al politico di turno.

Poco male, la nuova località è bellissima.
Una lunga spiaggia semi deserta a forma di apostrofo, con a sud un promontorio da cui si ha una meravigliosa vista sulle balene in migrazione che vediamo praticamente ogni giorno






Il vantaggio di avere i dormitori a 2 minuti dalla spiaggia è che siamo li ogni mattina alle 6 a fare il primo bagno della giornata, prima della colazione e delle prime classi.
L'unico problema, a quanto pare solo mio, è il freddo gelido dell'oceano a cui non mi abituerò mai.
Dannato mare Adriatico che mi ha abituato a temperature tropicali!


Altro aspetto positivo è avere dei veri e propri dormitori con un vero letto e un bagno con doccia privato. 
Un lusso se paragonato al dormire per una settimana in tenda, senza materasso e a condividere una doccia a gettoni con 50 persone e un gabinetto compost scomodo e puzzolente.
Insomma va bene gli hippy e la vita naturale, ma avere un letto e una doccia dopo 6 ore di danza non mi dispiace.
Poi le cabine sono coloratissime, sembra un villaggio sudamericano!


Come sempre non potevano mancare i bambini


E si parte con la routine giornaliera per cui mi sono preparata tutto l'anno.
Prima classe di danza dalle 10:30 alle 13 e seconda  di doun doun dance dalle 13 alle 14:30







Come sempre il livello è altissimo e la quantità di materiale che impariamo in pochi giorni è mostruosa. Quest'anno sono in formissima e pure preparata sullo stile della Guinea.
Peccato che il campo sia corto, solo 4 giorni invece che i classici, devastanti 7.
Anche lo spirito è diverso, sembra quasi non ci sia tempo per le relazioni sociali, è una rincorsa alla performance di fine campo.
Poi mancano un sacco di persone esperte e carismatiche.
Insomma tante comodità in questo nuovo ritiro ma manca l'atmosfera del tradizionale campo di Bandagen.
Anche il fatto di avere le classi all'interno è un vantaggio per i piedi, ma l'acustica è tremenda ed è piccolo.
I  poveri percussionisti si spaccano i timpani a suonare tra quattro mura!
Ecco come si presenta la sala poco prima della performance dove non abbiamo quasi praticamente audience, mentre a Bundagen era venuto tutto il villaggio a vederci.








Eccoci coloratissime subito dopo la breve performance





Il viaggio di ritorno è in macchina con Jemma.
Sembriamo un po' Thelma e Louise, facciamo e diciamo quello che ci pare, ci fermiamo a caso senza piani, dove ci piace, ce la prendiamo con calma e arriviamo in città giusto nel bel mezzo dell'ora di punta!!!!
Ecco come si presenta la mia sala al ritorno, un esplosione di vestiti sul pavimento, dove rimarrà per qualche giorno nonostante le mie manie di pulizia.