venerdì 13 novembre 2015

Mogo

Non ho neppure fatto in tempo a sistemare le cose del campo e ad asciugare tutti i vestiti che sono di nuovo in viaggio.
Meta: Mogo Bush beat festival

Equipaggiamento di viaggio: tenda, telo anti pioggia, che anche se c'è il sole tutto il giorno, la notte potrebbe sempre piovere, sacco a pelo, viveri per essere auto sostenibili nel bosco per due giorni e vestiti super frikkettoni.



Si parte!

Il piano iniziale era quello di andare in tre in macchina, partire venerdì sera dopo il lavoro e tornare domenica con calma. La persona che doveva guidare parte improvvisamente per un ritiro di musica in un altro bosco con lo scopo di trovare il ritmo in se stessa, il contatto con la natura e lo spirito.
Non sbrocco solo perchè è una delle mie migliori amiche e la supporto in ogni scelta che fa, però mi si girano per i bidoni dati all'ultimo momento, soprattutto poi per me che sono una planner freak!!

Poco male perchè troviamo un passaggio con un simpatico gruppo di Brasiliani.
Ancora non so come abbiamo fatto ad entrare in 5 in una macchinina con tutti i bagagli!!!
Due ore di viaggio esilaranti, con io che gli rifacevo il verso aggiungendo -ao o -enji a tutte le parole in Italiano per prenderli in giro del Portoghese, a parlare di viaggi, di musica, di danza.

Eccoci nell'area rurale di St. Albans.
Solo boschi di eucalipti tutti intorno e strade sterrate, eppure siamo in una proprietà privata, c'è gente che vive cosi isolata!!!

Siamo nel terreno del signor Sahaj, un simpatico hippy che ospita da due anni orgogliosamente questo raduno.
Si è ritirato qui anni fa e sta scrivendo la biografia della sua vita frikkettona in giro per il mondo.
Praticamente il mio io futuro!
La sua casa è completamente autosufficiente, pannelli solari, acqua piovana o del pozzo, gabinetti compost aperti, dove sperimento personalmente "l'evacuazione con panorama e canguri". 


Il posto è bello, peccato che il fiume sia in secca e ci siano un casino di mosche,le famose e insistenti mosche Australiane che ti entrano in tutti i posti e se non stai attento mentre parli, pure in bocca!
Per non parlare dei maledetti Bindi, un'erba infestante con dei semi estremamente pungenti che si conficcano dolorosamente nella carne. Impossibile camminare scalzi e ciabatte e scarpe sono la prova.






Il tema del raduno è: aggregazione e collaborazione, contribuire a costruire il festival come una comunità con arte, musica, amore e magia. Un evento focalizzato sull'espressione di se stessi, la responsabilizzazione e la connessione con la natura e le persone.
Tipiche filosofie frikkettone.
L'evento è assolutamente autosufficiente, ci si deve portare tutto, cibo, acqua, e riportare via tutti i rifiuti. Non ci sono docce, solo un fiume, i gabinetti sono compost chiusi con le tende o completamente aperti e panoramici, c'è un posto dove è permesso accendere un falò e una sorta di cucina collettiva all'aperto. 
Tutti contribuiscono con qualcosa, chi fa lezioni di yoga o meditazione, chi suona, chi come la mia amica ballerina tiene un workshop di Kuduro, ci sono giocolieri, chi costruisce cose con legnetti e foglie, chi un tempio con canne di bamboo, insomma la mia fauna preferita. 











Che dire, i fine settimana come questi mi ricaricano di energia positiva, ma mi distruggono allo stesso tempo, ho davvero bisogno di una doccia!!