mercoledì 24 luglio 2013

L'Australiano medio

Non so se mi fa più pena l'Italiano medio o l'Australiano medio.

Entrambi i soggetti sono caratterizzati da un basso livello culturale, da un disinteresse per la politica, il sociale, l'estero, il diverso, la letteratura, la musica originale e tutto ciò che è cultura; sono re sovrani del divano, in balia della televisione, dello sport di massa (calcio in Italia, football qui). Hanno generalmente una TV al plasma grande come una parete di casa ma nessuna libreria con libri, al massimo usano i ripiani per DVD o oggetti attirapolvere. Spesso l'ignoranza culturale è associata ad una certa ignoranza in fatto di cucina e nutrizione, insomma sono i migliori clienti dei fast food e del cibo immondizia facile da preparare, con zero valori nutrizionali. Il motto è spendere poco e mangiare tanto.
L'ignoranza si estende anche alle bevande; l'alcool è consumato a vagoni solo per ottenerne l'effetto sbronza, non per gustarne l'aroma. Vengono così prediletti cartoni di birra da quattro soldi e vino scadente, spesso sostituiti dai superalcolici camuffati da coktail.
Di solito sono dediti alla vita sedentaria, lo sport lo si tifa allo stadio o in casa davanti alla TV, raramente si pratica.
La sedentarietà si rivela anche in fatto di vacanze, se si decide di viaggiare lo si fa quasi sempre verso la stessa meta, con lo stesso gruppo di amici, non troppo lontano da casa possibilmente. I viaggi avventura sono solo nei film per loro.
L'apertura alle culture diverse è un utopia, spesso il loro pensiero in fatto di emigranti è influenzato dalle politiche conservazioniste e si basa su stereotipi pseudorazzisti.
Il libero pensiero non sanno neppure cos'è.
Di solito frequentano la stessa comitiva da anni, raramente si aprono a nuove conoscenze o entrano a far parte di nuovi gruppi.
Tutto ciò che è nuovo non è interessante o stimolante, è una forma di stress.
La vita del "medio" è caratterizzata da un piattume di fondo, da un non progresso, da una noia affogata nel divertimento facile e superficiale, da un non lasciare traccia, dal fare quello che fanno gli altri e dall'identificarsi nella massa. Tutto ciò è una sicurezza, e tutto quello che va al di la o è diverso è bizzarro e lontano.

Queste riflessioni scaturiscono dalla mia convivenza con un Australiano medio.
Io pensavo che fosse ben sotto la media, considerando la sua ignoranza, ma poi ho avuto conferma da diverse fonti Aussie, che questa è la normale, mediocre realtà di questo paese.

Esempio di una discussione che mi ha fatto saltare i nervi.
Tutto è partito da facebook e dal mio coinquilino che si lamenta che riceve spam pubblicitari dai suoi amici.
Io gli ho detto che non ne ricevo, che vedo solo cose interessanti perché i miei amici sono interessanti e hanno cultura, sono artisti, amanti della danza, della musica, a volte nerd ma interessati al sociale e alla politica.
lui "no la politica a me non interessa, è noiosa e non ci capisco niente".
io "manco a me piace, ma ci sono certe cose che devi sapere, come fai a votare se no"
lui "si ma tanto come voto voto fanno come gli pare"
io "c'è uno strumento di voto popolare con cui puoi contrastare i politici, il referendum"
 e lui non sapeva cos'era...ho finito qui la discussione
avrei voluto dirgli delle lotte per avere la legge sull'aborto, il referendum contro il nucleare, quello contro la privatizzazione dell'acqua e altri centomila che abbiamo perso perché l'Italiano medio non è andato a votare, come quello sulla agghiacciante legge che regola la fecondazione assistita.

Il brutto è che lui non è un sottosviluppato, è solo un australiano medio ed è molto peggio dell'italiano medio. Non sa chi è Fidel Castro o per cosa sono famose Hiroshima e Nagasaki, non sa il significato di trepidazione, chi è Che Guevara o che religione hanno in Israele.
Il brutto è che poi ho fatto le stesse domande al lavoro e metà dei miei colleghi non sapevano rispondere (la parola trepidazione era un mistero per il 100%!!!).

La cosa che mi fa pensare è che noi stiamo piano piano andando in quella direzione.
Ora non so come stanno messe le scuole adesso, dopo le varie riforme dei vari ministri monnezza e i tagli all'istruzione pubblica, ma insomma finchè ci andavo io si usciva con un certo bagaglio culturale
 che era comunque peggiore di quello dei nostri genitori.

E' proprio vero che il benessere e la ricchezza di un paese non sono legati alla conoscenza e alla cultura anzi più sei ignorante e meno scrupoli ti fai, e quindi puoi salire nella scala sociale
Berlusca docet.
Se invece sei particolarmente intelligente e colto ti metti a fare lavori "alti" che però non pagano una mazza.
Io faccio ricerca e prendo il 30% in meno del mio coinquilino guidatore di ruspe e autoarticolati che ha finito le scuole con un calcio nel sedere a 16 anni e ha firmato per l'esercito a 17, con tanto di rispetto per il fatto che si spacca la schiena e si alza alle 5 di mattina.