mercoledì 11 novembre 2015

Animal Rescue

E' una di quelle serate piovose di inizio estate. Anche se ufficialmente siamo ancora in primavera, le temperature sono alte e cosi anche l'umidità, sembra un pò il clima di Brisbane.
Una delle tante video chiamate oltreoceano, davanti ad un piatto di pasta, ma sono distratta da un miagolio lontano.
Sono cresciuta con un sacco di gatti e riesco a capire quando è un miagolio di panico.
Chiudo la chiamata e mi affaccio alla finestra dello studio. Si, viene proprio da dietro il cortile, dove il mio nuovo vicino di casa si sta arrampicando sulla staccionata che divide le proprietà confinanti, con una torcia da testa.
Non mi ci vuole molto a capire che sta cercando di recuperare la sua gatta dall'albero di eucalipto dove è salita e da dove non riesce più a scendere.
Ho sempre pensato che i gatti di appartamento fossero un pò come i bambini di città, imbranati e fifoni, ma la colpa ovviamente è dei padroni, così come lo è dei genitori nel caso di un bambino.
La povera gatta non esce mai di casa e, da quando questa coppia di giovani Australiani dello Shire
si è trasferita in questo buco di bilocale di fianco al mio, non fa altro che piangere.
Lei è una hostess e sta in viaggio 3-4 giorni a settimana, lui lavora nell'edilizia e va via la mattina alle 5, ovviamente la gatta si sente sola e piange tutto il giorno.
Poi un giorno si sono decisi a farla uscire, un giretto nel cortile per qualche minuto, che è diventato in pochi giorni ore, finchè oggi la gatta non è più rientrata.
Dopo ore che il padrone la cercava e la chiamava, si è finalmente fatta sentire con un pianto straziante di panico, dalla cima di un eucalipto di 10 metri, in bilico sui rami più sottili.
Che gatta idiota.
Vado fuori ad illuminare con la torcia il mio vicino arrampicato sull'albero che mi dice che gli altri vicini hanno appena chiamato la polizia pensando che fosse un ladro.
Intanto la gatta continua a piangere e non si muove di un centimetro.
Allora si pensa di chiamare i vigili del fuoco.
In pochi minuti arriva una camionetta, ma si rifiuta di prendere la scala per arrivare così in alto solo per un gatto...procedura troppo rischiosa o pompiere pigro e annoiato, non amante dei gatti?
Un'ora di tentativi di far scendere la gatta con, in sequenza: avanzo di arrosto di vitello della mia cena per attirarla giù, lancio di scarpe per cercare di farla spostare da quel rametto, shekerata del ramo con una scopa dalla finestra del piano di sopra.
Risultato: tutto il vicinato sveglio alle 11 di sera, con viavai di gente nel cortile e la gatta che continua a piangere.
Arriva poi la svolta, la vicina del piano di sopra, tutta sonnacchiosa, svegliata dal casino nel cortile, annunciando che il suo ragazzo è un animal rescuer ed è di chiamata proprio stasera.
Tempo dieci minuti e arriva un tipo in divisa, un incrocio tra Crocodile Dundee e Rambo, con tutti i suoi attrezzi.
Appoggia la scala all'albero, sale su dove già c'è il mio vicino di casa da ormai un'ora e mette in atto il piano d'azione.
Si prepara con una sorta di lazzo legato ad un'asta e la gabbietta.
Dopo vari tentativi andati a vuoto, riesce finalmente ad imbragare la gatta sotto la vita e si prepara a trascinarla giù. Di solito, ci dice, un gatto preso col lazzo in quella posizione si abbandona e si lascia portare via, lei NO!
Si aggrappa con tutte le forze alla corteccia e strilla con tutta la voce che ha in corpo, tanto che la devono tirare in due. Gatto di appartamento ma pur sempre selvaggio.
Fa talmente tanto casino che escono fuori tutti gli opossum che vivono su quell'albero e che forse sono la ragione per cui lei non voleva scendere dal ramo in alto.
Dopo aver decorticato l'eucalipto e perso mezza corda vocale, si fa finalmente mettere in gabbia e portare giù.
A mezzanotte sono finalmente a letto, a guardare in rete il sito dell'associazione per cui lavora questo
animal rescuer.
E' una sorta di opera di carità (laica) fondata sul lavoro in parte volontario e le donazioni della gente.
Ha anche annessa una clinica veterinaria con personale qualificato.

Insomma non ci si annoia mai qui giù Down Under!