martedì 20 agosto 2013

la scarpa "scarpa"

 
Dopo più di dieci anni mi tocca buttare via i miei scarponi da battaglia, quelli comprati secoli fa uguali a mio padre, quelli che hanno visto tutte le montagne abruzzesi, mezza Italia e mezza Australia.
La cosa ridicola è che le scarpe più fiche che hanno al negozio di alpinismo si chiamano "scarpa"!!!
Allora faccio al negoziante "ma sono italiane per caso?" e lui "certo, sono le migliori che abbiamo"
e dovevo venire qua per comprarmi un paio di scarpe italiane...
in realtà le ho cercate in rete perché il nome mi suona poco familiare, chi comprerebbe in Italia una scarpa di nome scarpa?!
Sono made in Italy ma fatte per il mercato estero
 


E quale migliore occasione per sfoggiarle se non un'altra bella escursione in quel di Sydney?!
Questo gruppo di escursionismo mi sta prendendo troppo bene, organizzano tutto loro, sono precisi e puntuali e le camminate sono piacevoli, senza contare le meravigliose giornate di fine inverno baciate dal sole e da temperature miti.
La zona dell'appuntamento è raggiungibile col traghetto; sveglia alle 6 del mattino, colazione sul balcone e zaino in spalla pronta per la mia nuova camminata di 15 km.
L'Harbour Bridge è sempre affascinante.


Il gruppo è meno numeroso della volta precedente, una trentina di persone ma stavolta becco soggetti davvero interessanti: un dentista egiziano che parla svariate lingue, interessato alla filosofia e alla scienza, un ingegnere iraniano che lavora dietro alla mia azienda a Kurnell, una dottoranda in chimica italiana (un altro cervello in fuga, giovanissima e in gamba), un marketing manager nigeriano e un altro ingegnere peruviano.
Insomma gente da tutto il mondo, piena di cultura, di cose da raccontare, di entusiasmo e con un'apertura mentale notevole.
Come al solito non ho la possibilità di conoscere australiani dello stesso livello culturale...
Devo assolutamente conoscere qualche Aussie acculturato e interessante se no davvero ci metto una croce sopra come popolazione.
Comunque la camminata è lenta, piacevole, si passa per piccoli boschetti selvaggi in mezzo a quartieri di gran lusso, ville con piscina, macchinoni parcheggiati nel cortile e giardini curatissimi.


attraversiamo anche un campo da calcio con una partita in corso!!



Ovviamente non possono mancare le numerose barche di lusso nella baia de Greenwich



Arriviamo fino a Woolwich dove c'è una bella vista sulla città e ci fermiamo ad un bar per una birrozza rinfrescante e due chiacchere col gruppo.





Fa sempre piacere incontrare cervelli in fuga dall'Italia e dispiacere allo stesso tempo che l'Italia si sta impoverendo di risorse per il futuro.
Mi chiedo davvero dove andremo a finire.
Comunque qui come anche da noi i dottorandi soffrono un po' la povertà delle borse di studio, che permettono a mala pena di campare, senza contare tutte le ore extra passate in lab e i fine settimana.
Qui il livello culturale anche accademico è inferiore al nostro e le poche persone Aussie che arrivano a questi livelli sono topi da laboratorio esaltati per gli esperimenti.
Da noi è molto più comune fare un dottorato, forse anche perché il mondo del lavoro è così lontano dalle realtà accademiche che finita la laurea ci si sente persi e si preferisce restare nella nicchia universitaria.
Ogni tanto ci penso alla mia carriera e se ho fatto la cosa giusta a rifiutare il dottorato e intraprendere un percorso di ricerca applicata in campo industriale.
Mi manca lavorare in un laboratorio di ricerca di base, mi manca l'ambiente accademico, lo stare in mezzo ai nerd, le battute da secchioni, poi penso alle poche ore di lavoro che faccio e al salario che prendo, senza contare le soddisfazioni e i continui riscontri che vedo e soprattutto alla grande quantità di tempo libero che ho per godermi la vita...naaaa nessun rimpianto!

Ecco un'altra delle mie creazioni partorita in uno dei miei pomeriggi liberi dopo il lavoro.
Ecco cosa mi manca davvero: la mia macchina da cucire!!!