sabato 8 agosto 2015

una scienziata felice!

Approfitto di questa settimana di malattia a casa dal lavoro per riflettere un po' sulla mia situazione lavorativa e sulla mia carriera.
Partendo dal fatto che posso stare a casa senza nemmeno aver l'obbligo di portare il certificato medico al ritorno, il rispetto che ricevo e la credibilità e fiducia che mi danno è molto di più di quello che avrei mai immaginato.
Dopo quasi un anno di disoccupazione post laurea e tre anni in Italia in laboratorio sotto continua pressione psicologica e trattamento degno di un tribunale, non solo ero scoraggiata, ma pensavo anche che non fossi tagliata per fare lavori sperimentali in laboratorio.
Tutto iniziò a cambiare al mio primo ed unico colloquio telefonico qui in Australia con offerta immediata di un contratto a 4 anni.
Poi arrivò la mia stanza personale in lab, separata dall'open space dove lavorano i miei colleghi.
Poi arrivò lo sponsor e il visto di lavoro, tutto pagato dal mio capo, con tanto di congratulazioni per il lavoro svolto.
Ora a distanza di due anni ricevo un'altra bella dose di gratificazione e riconoscimento del mio lavoro.
Questa settimana ho passato due giorni a lavorare con un chimico e tecnologo alimentare con una lunga esperienza e un business con un certo nome qui in Australia.
Non solo mi ha trattato alla pari come scienziata, ma ha apprezzato le mie idee e premiato il mio lavoro. Ho centrato in pieno quello che lui aveva in mente e sviluppato una formula esattamente come la voleva lui. Prima di andarsene mi ha stretto la mano, ringraziato davanti a tutto il team di laboratorio, manager compresi, ha detto che è stato un piacere lavorare con me, che ho interpretato bene quello che voleva e che era pienamente soddisfatto e che avevo fatto un ottimo lavoro.
Finalmente non vengo più trattata come la giovane laureata, la principiante che non sa niente solo perché femmina e giovane, l'ultima arrivata, la peggio pagata, quella del sud.
Ecco cosa mi ha lasciato 3 anni di lavoro a Milano, sfiducia in me stessa, vari disturbi psicosomatici e disillusione.
Forse è stato un bene essere stata bistrattata in Italia, così ho avuto la forza di fare la valigia e partire con un biglietto di sola andata.
Non solo qui la mia opinione conta in lab e vengono ascoltate e spesso esaudite le mie richieste, ma ricevo riscontro anche da collaboratori e clienti sulla qualità del mio lavoro.
Dovevo arrivare a 33 anni e andarmene dalla parte opposta del pianeta per ricevere finalmente un po'di gratificazione.
Non solo i miei disturbi di ansia e insonnia sono scomparsi, ma ho trovato di nuovo l'entusiasmo per il lavoro sperimentale e lo studio.
 
Mi sono appena procurata la mia "Bibbia" per studiare, chi è del mestiere sa quanto importante e costoso sia questo libro. 
 
 
 
La mia settimana di gratificazione si conclude con un meeting col mio capo per parlare del mio visto di residenza permanente. Il visto prevede l'assunzione a tempo determinato e il pagamento di quasi 7000$ tra spese legali e visto. Il capo non solo è contento di sponsorizzarmi di nuovo, ma accetta anche di pagare tutte le spese.
Mai stata così gratificata sul lavoro come adesso.
Ecco alcune foto di me nella sala composizioni..
 



...e nel mio studio



Una scienziata felice!
e a chi mi chiede se mi manca l'Italia lo mando a cagare!!!