mercoledì 16 luglio 2014

Winter at Royal National Park

Ancora una volta l'inverno si sta rivelando mite e soleggiato, con temperature massime di 20 gradi.
Come posso stare a casa in giornate come queste!
L'occasione si presenta quando il mio gruppo di escursioni organizza una camminata da Bundeena a Big Marley Beach, proprio di fronte casa mia, separati solo da un braccio di mare.
Ho gia' fatto piu' volte questo percorso, ma con la scusa di portarci Ilaria ci rivado volentieri, poi e' la stagione della migrazione delle balene, c'e' sempre la possibilita' di avvistarne qualcuna.

Ecco il panorama dal traghetto che collega Cronulla a Bundeena, con le mega ville dei ricconi affacciate sul mare.



La guida spiega il percorso e ci ricorda che sporgersi dalla scogliera e' pericoloso, considerando la recente scomparsa di un escursionista Francese caduto da 30 m.


Il Royal National Park è sempre il mio preferito, rimango sempre a bocca aperta ogni volta che mi affaccio dalla scogliera.




Questa e' la cosi' detta Wedding Cake, una formazione rocciosa bianchissima e piatta che ricorda una torta, ed e' proprio qui dove il ragazzo francese e' caduto.


Eccoci subito sopra a Big Marley Beach dove il vento ci ricorda che siamo in inverno...


... nonostante ciò il fico degli ottentotti è in piena fioritura!!!




Scalata della duna di sabbia che si affaccia sulla laguna di Big Marley Beach, non proprio una passeggiata.





Finalmente riusciamo a vedere le balene, 4!!!
Siamo stati fortunati visto che si muovevano verso nord proprio nella nostra direzione, cosi' le abbiamo aspettate dall'alto della scogliera che ci passassero davanti.
Che spettacolo e riuscivamo a  sentire anche il loro richiamo.
Insomma i miei fine settimana di Milano all'insegna di mercatini e serate ai vari centri sociali si sono trasformati qui in escursioni con avvistamento balene..un bel passo avanti e chi ci torna piu' in Italia!!!







mercoledì 25 giugno 2014

Couch surfing

L'idea di  ospitare viaggiatori ce l'ho sempre avuta in mente e volevo iniziare a farlo da quando sono venuta ad abitare da sola.
Poi mi sono abituata talmente tanto bene a vivere da sola che non mi è passato per la mente di avere gente per casa.
 
Ora che è arrivata la mia migliore amica dall'Italia la casa si è rianimata ed è tornata un po' di allegria e confusione da convivenza stile universitario.
Se stiamo bene in due perché non in tre?
 
E fu così che mi aprii un profilo su "Couch Surfing" offrendo un paio di notti di ospitalità a backpackers stranieri di passaggio a Sydney.
 
Il primo ragazzo viene dalla Lapponia, da un paesino di 5000  abitanti a nord del circolo polare artico, decisamente la persona piu' nordica che conosco.
Si è presentato in pantaloncini e maglietta, non che qui faccia freddo, ma è pur sempre inverno!!
Ingegnere biomedico di 24anni, appena laureato e partito per fare un'esperienza di vita.
Che differenza tra un italiano medio che si schioda dall'Italia a 30 anni (come me) oppure non lo fa per niente.
Una persona dai modi gentili e molto aperta di mentalità, davvero un piacere averlo a casa per qualche giorno.
 
Ci raccontiamo dei posti visti, del cibo mangiato, delle persone incontrate e dei viaggi futuri, un po'i discorsi che si fanno in ostello con altri viaggiatori.
 
Eccolo che prende appunti su come fare gli gnocchi al ragu'
 
 


Non possiamo stare in casa con una così bella giornata di sole invernale, con la scusa di fargli vedere Cronulla ci facciamo un bel giro al mare.



Anche lui pensa che sia davvero bello vivere qui.. ed io che non smetto di stupirmi di dove vivo.

Davvero una bella esperienza, mi sembrava di essere tornata a viaggiare e di essere in ostello.
Abbiamo imparato il nostro nome in Finlandese, che il loro piatto tipico è la renna, che 10 a volte12 mesi l'anno hanno la neve e che ci sono 200000 saune, praticamente una per ogni famiglia.

Winter Magic

Anche quest'anno il Winter Magic Festival di Katoomba è stata un'esperienza bellissima, ancora piu' colorato e gioioso del solito, complice un sole splendente e un cielo azzurro da solstizio di inverno australe.
Il tema era la fenice, a simboleggiare la rinascita, la ricostruzione dopo il grande incendio dell'anno scorso che devastò una grande area di bosco e alcune case e attività agricole.
 
L'anno scorso ero andata da sola e non conoscevo nessuno.
Quest'anno sono andata con tre amiche e su ho incontrato diverse ballerine di danza afro che partecipavano alla parata.
L'anno prossimo spero di essere parte attiva di questo meraviglioso carnevale.
 
Unica nota dolente la mia reflex rotta, perciò alcune foto sono rubate in rete, altre sono fatte con una indegna compatta.
 
Ecco una galleria di alcuni personaggi e gruppi che sfilavano alla parata di mezzo giorno.
 
 

 











Eccomi con una delle ballerine di afro conosciuta al workshop.


Non mancano i personaggi nemmeno tra il pubblico e i bancarellai...il mio posto!!!





 


venerdì 13 giugno 2014

la mia Africa

La mia passione per la danza e la musica africana nasce qualche anno fa a Milano.
Dopo essere stata ad uno dei tanti festival multuculturali ed aver visto una performance di danza afro da togliere il respiro, ho deciso di provarci anche io.
Il primo anno andai a lezione da una bellissima ragazza Senegalese e imparai a capire come funziona la ritmica delle percussioni dell'Africa occidentale e qualche passo di sabar, ma non legai molto col gruppo cosi' decisi di finire l'anno e cambiare.

Il secondo anno trovai un maestro del Cameroun vicino alla mia zona e li esplose la mia passione per la danza Africana che mi porto ancora dentro. Poi il gruppo di ragazze era molto unito e a fine anno facemmo una performance energetica esplosiva.

Il primo anno qui in Australia, durante il periodo di lavoro in fattoria nel Victoria, trovai una classe a Melbourne, dove facevano per lo piu' danze del Ghana, ma lasciai a malincuore quando finii il lavoro in fattoria.

Quest'anno che finalmente ho un po' di stabilità qui a Sydney ho deciso di riprendere.
Diciamo pure che non vedevo l'ora di piantare un po' radici per riprendere tutte le attività che mi piacciono di piu', poi sicuramente tra un po' mi ritornerà il prurito del viaggiatore.

Dopo essere stata al West African festival ed aver visto diversi ballerini, ho cercato in rete qualche corso e ho trovato una classe a Newtown tenuta da un ballerino del Ghana.
Ricordo ancora l'emozione entrando in quella che è la vecchia scuole delle arti performative di Newtown. Sembrava di essere sul set di "saranno famosi" o "flashdance", pavimento di legno, lampadari da sala da ballo d'epoca, finestroni e soffitto alto, pianoforte nell'angolo su una pedana.

Ecco la mia classe.


Che dire, l'atmosfera è sempre bella, l'energia, la gioia dei musicisti e la passione del maestro, ogni volta la lezione mi sembra sempre troppo corta.

Da febbraio che ho iniziato sono passata attraverso vesciche ai piedi, male al collo, stiramento al polpaccio, all'inguine e alla schiena.

Ci sono passati di mezzo stage nel fine settimana, jam session e l'insolito rituale di berci il cocco a fine lezione dal tailandese.
La classe è multietnica, come tutto d'altronde qui, ci sono persone dal Messico, California, Canada, Eritrea, Francia , Corea e qualche Aussie .
A fine lezione mi sento distrutta ma allo stesso tempo ricaricata di energie positive, prima o poi me lo farò un viaggetto in Africa!

Per adesso l'Africa è venuta qui da me.
Nel fine settimana di ponte per la festa nazionale del compleanno della regina, la comunità west africana ha organizzato un campo di danza e percussioni ad un'ora a nord Sydney, in un centro di attività sportive in mezzo al bosco.

Il posto si chiama Wiseman Ferry, una vallata a cavallo di un fiume e per attraversarlo bisogna prendere una piattaforma mobile che fa la spola da una sponda all'altra ogni 10 minuti


 Alloggiamo per tre giorni in un centro di attività outdoor dove si può campeggiare o dormire in una delle casette di legno nell'aranceto.




L'atmosfera che si respira è rilassata da un lato ed energetica dall'altro. Ci sono 4 lezioni al giorno, due di danza e due di percussioni, intervallate da tempo libero per godersi la natura, il sole, gli aranci e il fiume.
Ci sono un sacco di bambini, quasi tutti mulatti, di padri africani e madri australiane e un gruppo di persone meravigliose, da ballerine professioniste, a intagliatori di legno e costruttori di percussioni, a gente che ha viaggiato per il mondo. Un gruppo davvero eterogeneo per età, nazionalità ma con la passione in comune per la musica e la cultura africana. La maggior parte di loro ha già fatto almeno un viaggio in Africa, sento che devo iniziare a mettere da parte i soldi per l'anno prossimo...


Le lezioni sono davvero energetiche, non so i maestri come facciano a reggere quel ritmo!!
Sono quasi tutti del Senegal, eccetto il mio maestro del Ghana e un ragazzo della Guinea.




A fine lezione ci sta anche un massaggio collettivo ai ballerini


Piccoli percussionisti crescono!!
Questo bambino ha solo 3 anni e suona il doun doun meglio di me!!!


La serata viene sempre animata dai maestri, jam session tutte le sere!!!


e poi di giorno giu' di nuovo a ballare.
Non so come ho fatto a reggere quel ritmo. E' pur vero che ultimamente sono davvero in forma, i miei 22 km di bici al giorno e le ore di danza di questi mesi hanno fatto il loro dovere, poi è anche l'atmosfera che gasa e fai piu' di quello che normalmente faresti. Me ne accorgo poi la sera quando vado a dormire che il mio corpo è tutto un blocco di cemento e ho i crampi ai piedi. Poco importa, il giorno dopo sono di nuovo in piedi e pronta per un altro po' di salti!





Il bel tempo accompagna l'energia positiva per tutti e 3 i giorni e possiamo ballare e rilassarci all'aperto, mentre a Sydney piove!!



 Pranzo e cena erano Africane, cucinate da una coppia mista, lui Africano lei Aussie

Ecco il mio maestro al doun doun come sempre sorridente



Tre giorni sono volati via in un lampo, tra racconti di viaggi, di feste, di balli, di notti Africane, di cibo e di musica. Ho trovato davvero il mio posto, gente meravigliosa con la voglia di condividere energia positiva e vibrazioni.

Aspetto con ansia il prossimo camp di Ottobre, quello che dura una settimana, sarà davvero una sfida di resistenza.

lunedì 19 maggio 2014

ora e sempre resistenza!

E chi l'avrebbe mai detto che mi sarei ritrovata a 32anni seduta in mezzo a George St, la strada piu' grande del centro di Sydney, a bloccare il traffico con un cartellone di protesta contro il governo Abbott e poi dover scappare dalla polizia venuta per arrestarci!!!

Parto dal principio.

Con mia grande gioia mi sono finalmente imbattuta in Australiani decenti, stavo quasi per perdere la speranza, ma in fondo lo sapevo che c'erano attivisti, gente impegnata politicamente e socialmente, artistoidi riottosi e intellettuali di sinistra, se no da dove sarebbero usciti quartieri come Newtown, Glebe o Paddington.

Mi ritrovo ad un barbeque aussie in una casa dove vivono 3 ragazze, 2 ragazzi e 5 cani, un covo di punkabbestia però non piu' ragazzini. Sono tutti piu' grandi di me e tutti professionisti.
L'atmosfera che si respira è come piace a me, cultura, politica, arte, musica. Si parla davvero di tutto e sabato scorso il tema scottante era la politica di Austerity che l'attuale capo del governo Abbott vuole mettere in atto, rompendo tutte le promesse fatte in campagna elettorale.
La popolazione, soprattutto chi lo ha votato (i liberali), si sente tradita, mentre l'opposizione si aspettava una politica di questo tipo. In campagna elettorale aveva detto di non fare tagli al sociale, mentre invece ora vuole tagliare i fondi all'istruzione pubblica, la sanità pubblica, i sussidi alle classi sociali meno agitate, aborigeni, immigrati,  a solo vantaggio delle classi sociali piu' agiate.
Mi suona familiare considerando come è stata ridotta l'Italia dopo un ventennio di politica di questo tipo.
Il governo si è mostrato molto conservatore schierandosi contro i diritti umani, contro i rifugiati e gli emigranti clandestini che arrivano sui barconi catorcio, negando i matrimoni gay e tagliando tutti i sussidi ai bisognosi nonché alla tutela dell'ambiente. Ha eliminato molte zone considerate patrimonio dell'umanità per dare spazio alle miniere e alle cave.

Per tutti questi motivi si sono organizzati in una marcia indipendente in varie città australiane, senza bandiera politica, in un'unica voce che urla di protesta contro il governo.

Passo la sera del BBQ a dipingere cartelloni di protesta e a parlare di politica con loro.
Sono al centro dell'attenzione, rimangono tutti affascinati da quello che gli racconto sul declino del mio paese, sul Berlusca che loro conoscono solo per i party bunga bunga e non per la corruzione, la collusione con la mafia, la P2.
Sul tardi si aggiunge altra gente, tra cui un italiano di Monza che scopro bazzicava al centro sociale Boccaccio.. quanto è piccolo il mondo!!
Gli faccio vedere le foto delle mie proteste in Italia e i cartelloni del mio No B-day.
Il giorno dopo mi ritrovo con loro su uno UTE stracarico di cartelloni e volantini. All'apparenza sembravano volessero andare ad una guerrilla armata, in realtà sono un branco di frikkettoni pacifisti.
Anche la manifestazione è molto sotto tono rispetto a quelle italiane. Anche il primo maggio e il 25 aprile sono molto piu' intense e popolate di questa.
Il tutto inizia con un comizio in un piccolo parchetto di fronte alla stazione.
Parlano diverse persone rappresentanti di tutte le categorie colpite, aborigeni, emigranti, insegnanti, studenti.
Poi inizia la marcia. I cartelloni sono tanti ma politicamente corretti rispetto allo stile nostro.
C'è poca musica, poco rumore.
Solo un piccolo gruppetto decide di fare una protesta nella protesta e si siede per terra bloccando il traffico.
Tempo dieci minuti arrivano gli squadroni di polizia per arrestare tutti quelli seduti per "forma di protesta non autorizzata". Io mi allontano pacificamente prima che arrivi la polizia e mi  godo la scena dall'esterno.
Fa un po' ridere, da noi volano sassi, manganellate, lacrimogeni, qua è tutto tranquillo "polite", composto. Gli manca un po' di passione nostrana, ma forse anche la storia.



 
 
Prima della marcia di protesta il gruppo mi porta a visitare il quartiere chiamato The Block.
 E' un quartiere residenziale del centralissimo sobborgo di Redfern, proprietà per 30 anni della Aboriginal Housing Company (AHC) che forniva abitazioni agli aborigeni strappati dalle loro terre, vittime del colonialismo.
Questa zona è stata da sempre il centro di controversie e proteste.
Agli anni 60 risalgono le prime proteste di studenti universitari attivisti pro causa aborigena.
Negli anni 70 venne mosso un po' di polverone quando il proprietario delle terre di questa zone stava promuovendo una campagna per cacciare gli aborigeni residenti; un gruppo di sostenitori della causa aborigena, supportato dal governo dell'epoca permise la fondazione dell'AHC un primitivo e unico progetto di quartiere urbano autogestito dagli aborigeni, un primo passo nel ridare la terra a coloro a cui era stata strappata. 
L'AHC fu così in grado di comprare le case in quest'area metropolitana e metterle a disposizione degli aborigeni svantaggiati ad un prezzo bassissimo.
Si venne così a formare il piu' grande nucleo di aborigeni  provenienti da zone rurali in pieno centro nella piu' grande città australiana.
Purtroppo da simbolo di autogestione e orgoglio aborigeno divenne presto un ghetto dove regnava droga, criminalità e violenza, il sostrato della povertà.
Nel 2004 ci fu una rivolta scatenata dalla morte di un ragazzino aborigeno rimasto ucciso in seguito ad un inseguimento di una pattuglia di polizia.
Nel quartiere iniziò una vera e propria guerrilla urbana con incendi, molotov e danneggiamenti della stazione.
Attualmente si sta parlando di un progetto di riqualificazione di quest'area che fa gola a molti imprenditori di imprese edili, visto la posizione centrale e il fatto che è l'area è circondata da grattaceli lussuosi che si affacciano sul degrado.





L'altra faccia della medaglia di un paese dove c'è il benessere.