mercoledì 21 marzo 2012

from the Western Territory to the Top End

Viaggiare con Greyhound è un must per i backpackers, viaggi molto, spendi poco, solo che è davvero dura dormire con l'aria condizionata gelida sparata in faccia. Il pulman ha 5 fari abbaglianti che illuminano a giorno la strada, e le strade qui sono davvero buie per migliaia di km, in mezzo a pianure desertiche a perdita d'occhio, inoltre ci sono tantissimi canguri che attraversano la strada. (da notare i calzettoni del conducente..)

Dormiamo fino all'alba quando l'autista ci sveglia per una sosta breakfast in autogrill (qui gli autogrill sono Coles, Woolworth o Mc Donald), il primo posto dove prende il cellulare dopo una settimana di isolamento. Colazione con banana bread e hot chiocolate e si riparte.

Ad ogni stop salgono sempre più aborigeni; purtroppo è impossibile non avere pregiudizi su di loro, danno davvero una brutta impressione, sono trasandati, vestiti male, puzzano di caprone e fanno casino; lasciano scorrazzare i bambini scalzi ovunque, le donne sembrano uomini da tanto sono grezze e col vocione.

Arriviamo dopo 10 lunghe ore a Port Hedland, la cittadina mineraria. E' una piccola cittadina sul mare, circondata da una pianura rossa sconfinata, a perdita d'occhio si vedono cave di ferro, oro, saline, container e giganti mezzi escavatori, nonchè i famosi road trains (sono letteralmente dei treni stradali dove ogni tir trascina dai 3 ai 6 rimorchi).

Il paradosso è che pur essendo una città industriale ci sono oasi protette dove le tartarughe depongono le uova. Mi chiedo fino a che punto si possa proteggere una spiaggia a soli 100 m da un cementificio.

Comunque nel bene e nel male la città fa una certa impressione; ci sono escavatori e operai al lavoro ovunque ed è una città dall'economia in crescita dove i prezzi delle case sono schizzati alle stelle dopo l'apertura delle miniere.

Si vedono appena i segni del ciclone pur essendo passato solo 1 giorno, c'è qualche pozza d'acqua in giro, in po' di terra rossa per strada e i sacchi di sabbia contro le vetrine.

Tempo un'ora per chiedere qualche info al centro turistico e andiamo subito all'aeroporto, almeno c'è internet e l'aria condizionata, qui il clima è tropicale ed è davvero troppo umido per resitere fuori in giro.

L'aeroporto è piccolo e male attrezzato come quello di Learmonth ma il volo è confortevole, ci danno la merenda e la cena in una volo di sole 3 ore.

Il volo fa sosta a Broome dove l'aeroporto sembra un resort, tutto di legno, con le palme e le fontane con le ninfee, bellissimo!

Arriviamo a Darwin (1 fuso orario e mezzo in avanti) e si percepisce subito di stare in una capitale di uno stato tropicale: l'aeroporto è grande, completamente immerso nel verde e la moquette riprende motivi naturalistici di piante e ucccelli colorati, nella hall la moquette ha il disegno di uno stagno con le carpe e le ninfee!!!


Lo shuttle ci porta direttamente all'ostello e l'autista ci rallegra il viaggio con il solito humor locale.

La città è sprofondata nella foresta, palme e profumatissimi frangipani ovunque.

L'ostello è carino è fatto da tante piccole unità separate dai giardini e cortili immersi nel verde e poi abbiamo une bella piscina di acqua salata.

La camera è un po' messa male e appena entriamo facciamo la brutta conoscenza delle nostre coinquiline: 2 punkabbestia francesi che fumano in camera. Oltre alla terribile puzza di fumo la cosa grave è che qui è illegale fumare in camera, ci sono i rilevatori di fumo per gli incendi (che loro hanno tappato con delle buste di plastica) e possono farti multe salatissime.

Basta un'occhiata per intenderci e vanno subito a fumare fuori.

Il condizionatore è talmente alto che la prima notte la passiamo in una cella frigorifera.