domenica 27 aprile 2014

Scontro tra classi sociali

Questo viaggio mi aveva messo grilli in testa già  prima della partenza per diversi motivi: viaggio non organizzato né  pianificato da me, in un'area remota, con una persona che conosco poco, con moooolti piu' soldi di me e con un tenore di vita e abitudini decisamente diverse dalle mie.
Ho voluto essere fiduciosa nelle persone e ho pensato  che viaggiare con qualcuno significa anche adattarsi e venirsi incontro ma soprattutto essere tolleranti e rispettosi.
Sapevo già che non avrei fatto un viaggio-avventura da backpacker, ma che mi dovevo portare appresso una persona per niente avventurosa e che senza  comodità e TV non sa stare, proprio non immaginavo.
Sono troppo ottimista, voglio sempre dare una possibilità alle persone e non fermarmi alla prima impressione, ma visto come vanno sempre a finire le cose, dovrei ascoltare di piu' il mio sesto senso.
 
Già  all'aeroporto rimango di sasso: io stracarica con zainone, sacco a pelo e tutto l'occorrente per il campeggio, scarponi da trekking, pantaloni da escursionismo, lei con mini trolley, stivali da città e jeans.
Il mio primo dubbio viene subito chiarito: non campeggeremo ma le 2 notti nel deserto le passeremo in un rifugio economico con camere tipo ostello, letti a castello  e bagno e cucina condivisi.
Alla parola "economico" chiedo  "quanto economico?".
30$ a notte, ok non è economico come gli ostelli dove normalmente pernotto quando viaggio, ma lo posso accettare, con tanto di giramento di balle che non campeggiamo e  che non mi aveva detto niente.
 
L'aereo è praticamente un autobus con le ali, siamo in 15 e io sono sull'ala con la turbina esterna.
Turbolenze e atterraggio solo panico e sudore freddo.
Atterriamo in un tipico aeroporto da cittadina rurale dell'entroterra Australiano.
La mia compagna di viaggio si precipita ad affittare la macchina e mi lascia da sola a prendere i bagagli. Ero quasi tentata di lasciare li la sua valigia, visto il suo atteggiamento egoistico, ma quando l'addetto dell'aeroporto la stava portando agli oggetti smarriti ho messo da parte il mio orgoglio e la sono andata a prendere.
 Mi sembrava di aver chiarito che, visto che eravamo solo 2 e non un gruppo come era stato pianificato all'inizio, avremmo affittato una jeep piccolina, ma al parcheggio ci aspetta un bandone a 7 posti che mi si drizzano i capelli solo ad immaginare a quanto ci costa.
Non voglio polemizzare e salgo in macchina senza dire niente, col mio uovo sodo in gola.
 
Lungo il tragitto dall'aeroporto a Mildura mi chiedo dove dormiamo la prima notte visto che si è parlato solo dei due giorni al parco nel deserto.
La mia risposta arriva quando parcheggiamo davanti ad un hotel a 4 stelle in pieno centro, il tipico posto che di solito evito come la peste e sono 200$ a notte!!!
Li non mi trattengo e le dico che per me è molto fuori budget ma lei insiste e si offre di pagare la stanza.
La camera è una matrimoniale, per me gran lusso.
Ffaccio giusto in tempo ad usare il bagno che lei è già andata in reception a cambiarla con una con letti separati.
Alla faccia della condivisione del viaggio.
Comunque non male visto che ci danno una suite con letto matrimoniale e due lettini, cucina e bagno con vasca idromassaggio e paga tutto lei. 
 
 


Prima del tramonto andiamo a fare un giro per vedere com'è Mildura.
Rimango stupita da quanto sia verde e ricca, pur essendo una piccola cittadina in mezzo al deserto.
In realtà questa zona è molto fertile essendo percorsa da due grandi fiumi e la maggiore ricchezza è l'agricoltura.
Il 98% di tutta l'uva da tavola australiana viene da qui, senza contare la frutta secca, le arance e gli avocado.
Insomma  per essere un centro rurale a 600 km a nord di Melbourne e 1000 da Sydney non è per niente da buttare, io quasi ci vivrei.
Ci godiamo il tramonto sul fiume Murray.




Ore 7 di sera, lei si fa la doccia, l'idromassaggio, si infila un imbarazzante pigiama pezzo unico da teenager e si ficca a letto a guardare la TV.
Io ho fame, vorrei scendere e andare a mangiare qualcosa ma, mentre mi faccio la doccia a tradimento mi fa arrivare in camera pollo fritto e patatine. Sono quasi tentata di scappare di notte.
Le barriere culturali sono davvero un ostacolo, ciò che per lei è una gentilezza  o un favore per me sono scortesie e cafonaggini.
Mangio il terribile pollo fritto e ci dormo su, la notte porta sempre consiglio.
 
Sveglia presto e giro proposto da me al mercato degli agricoltori con tanto di colazione a base di frutta fresca del mercato e frutta secca locale.
Non potevo non andare a questo mercato vista l'importanza dell'agricoltura di questa zona.
I prodotti sono tutti di ottima qualità e costano la metà che a Sydney.
Compro 1 kg di pomodori e di uva, frutta secca e poi il resto per la sopravvivenza nel deserto lo prendiamo al supermercato.
Anche nella spesa emerge il nostro status sociale diverso e l'etica nel comprare.
Io compro una tanica da 10 l di acqua, lei 10 bottiglie da 1 l.
Della serie proteggiamo l'ambiente ed evitiamo gli sprechi.
I ricchi mi stanno sempre di piu' sulle scatole.
 
Al centro informazioni turistiche scopro che tutta la zona e soggetta ad una severa politica di monitoraggio e di controllo delle mosche della frutta, non si può portare niente dentro la zona free fruit fly, ma anche fuori!!
Mildura è proprio al centro di questa zona di quarantena. 
Questo è assurdo, se non ci sono parassiti dentro la zona vuol dire che la frutta è pulita e posso portarla fuori, e soprattutto nel deserto.
Mi dicono che ci sono posti di blocco e che fanno multe salate, manco fosse un contrabbando di droga.
Mangio tutta l'uva possibile prima di partire, rischio la diarrea, ma non riesco ad mangiare 1 kg di pomodori. Me li imbosco in macchina e rischio, immaginando l'eventuale scusa da dire alla polizia in caso dovesse fermarci.
Fortunatamente le pattuglie sono tutte occupate a monitorare le strade principali che connettono la Sunrasya region con Adelaide, Melbourne e Canberra che nessuno si preoccupa di chi porta frutta nel deserto. 
Il viaggio verso Mungo è caldo, lento e polveroso, sono solo 10 km di strada asfaltata e 100 km di sterrata, ma è pittoresco.
 
 
 
 
Sento davvero l'Australia, rossa e arida.
 
L'area di sosta.
 
 
 





In realtà mi aspettavo di trovare un territorio piu' brullo, invece, sarà che è appena finita la stagione delle piogge, ma è tutto verde.
Sono per lo piu' arbusti di spinifex e varie piante grasse simili al nostro sedum degli appennini, chiamate bluebush per il suo colore azzurro.




Arriviamo in 1 ora e mezza al centro archeologico e dormitorio, proprio in mezzo a quello che 25000 anni fa era il lago Mungo e che ora è una estesa pianura coperta di bluebush a perdita d'occhio.
All'orizzonte di scorge una striscia chiara, la famosa "lunette", una semiluna sabbiosa che delimita il lato est del lago, visibile anche dal satellite.
Proprio grazie alla formazione di questa duna mobile di sabbia dovuta all'azione del vento e poi alla sua solidificazione in roccia che sono rimasti intrappolati fossili datati 45000 anni, venuti alla luce in anni recenti in seguito all'erosione della duna stessa.
E' cosi diventato un sito patrimonio dell'umanità, testimone della piu' antica forma di vita umana scoperta fuori dall'Africa.

Io sono super gasata per la bellezza del posto, quel chiodo al culo della mia compagna di viaggio inizia a lamentarsi che tutto è sotto le sue aspettative, che l'alloggio fa schifo e che non c'è niente.
Che cosa si aspettava di trovare un resort 5 stelle e un parco di divertimenti in mezzo al deserto?
E' il deserto, la bellezza del nulla e della vastità, e poi secondo me l'alloggio è una figata.
Abbiamo una camera da 2 letti a castello tutta per noi, cucina tipo ostello e bagni in condivisione solo con altre 4 cabine.
Di gran lusso se pendo a certi ostelli enormi dove condividi la camera con 20 persone e il bagno e cucina con 100!!!
E' costruito vicino ad una stalla dell'epoca dei pionieri, rimasta intatta perché costruita con un legno resistente alle termiti. Dentro ancora visibili i macchinari per tosare e lavorare la lana.

 

 
 
 
Dopo una serie di lamentele si infila la sua tenuta da jogging e se ne va per conto suo a correre nel deserto.
Non so se rimanere agghiacciata o fregarmene.
Della serie tutte le raccomandazioni che fanno sul non andare in giro da soli nelle aree remote lei le butta al cesso e rimane col suo snobbismo da persona di città con i soldi.
Decido di fregarmene e spero che se la mangi un serpente, ma forse risulterebbe indigesta anche a quello.
Resto al rifugio, mi vedo il centro archeologico e mi faccio due chiacchere con gli altri viaggiatori.
Tornata da una corsa di 8 km mangia da sola uno dei suoi pranzi in scatola e se ne va a letto subito dopo il tramonto, proprio quando la guida aborigena inizia a raccontarci storie di spiriti e animali totem intorno al fuoco e sotto un meraviglioso cielo stellato.


E' proprio vero che la città ti vizia di cose inutili, ti bombarda con i suoi rumori e quando sei senza ti senti perso e non apprezzi piu' la bellezza del silenzio, della solitudine, del vasto, del remoto e del cielo infinito.
Io sarei stata tutta la notte a guardare le stelle se non fosse che mi si stavano formando i ghiaccioli al naso.
Questo è il lato negativo del deserto: di giorno caldo, di notte gelido. Ma io ero attrezzata anche per quello, sacco a pelo da montagna, pile, calzettoni e berretto di lana. Il "chiodo al culo" invece ha dovuto pregare uno dei ranger per avere una coperta. Ma cosa credeva che fosse un albergo a 30$ a notte nel deserto? rido sotto i baffi e mi vergogno per lei.


Sveglia all'alba per vedere il sole sorgere dalla terra e gli emu' e i canguri aggirarsi vicino al campo.


 

 
 
 
L'aria è frizzante e lei continua a lamentarsi.
Come si dice dalle mie parti "un cogno".
Ci prepariamo per esplorare la "lunette", io con retina antimosche e tenuta da trekking, lei sembra che debba andare a correre la maratona di New York, leggins, scarpe da ginnastica e cappellino da maratoneta.
Mi prende in giro per la mia retina da "vedova", intanto lei è completamente ricoperta di mosche come fosse un escremento e io me la godo.
 
 

Partiamo con il tour organizzato verso il sito archeologico, anche  perché è l'unico modo per entrare e vedere "la grande muraglia cinese".
Essendo in fatti questo sito continuamente esposto all'azione del vento e della pioggia, è soggetto all'erosione ed è in un delicato equilibro con gli elementi naturali che non vogliono che il turismo contribuisca alla scomparsa di qualcosa vecchio come la storia.
Per questo gli ingressi sono limitati e sotto la supervisione di una guida.
La guida è aborigena e quello  che ci dice è per l'80% incentrato sulla loro cultura.
Oltre ad essere un sito archeologico è un sito sacro e vanto d'orgoglio per una popolazione di origini antichissime.

Il "cogno" si scazza dopo 10 minuti e si allontana dal gruppo. Proprio un comportamento esemplare da tenere in una zona desertica senza copertura telefonica, nonché razzista, vista la mancanza di rispetto per la guida aborigena che ci parla della sua storia.
Faccio finta di non conoscerla quando scorrazza tra i pinnacoli e le formazioni a torta impedendo agli altri di fare foto.
Il paesaggio lunare è decisamente particolare, ma non c'è molto da vedere paragonato ad altre bellezze naturalistiche di questo continente, ma se penso che ogni frammento che calpesto è probabilmente un fossile di piu' di 40000 anni  mi vengono i brividi e mi sento un puntino nell'universo.









 
 
Fossile di wombat scomparso almeno 20000 anni fa da questa area.


Ogni volta che penso alla storia di  questo pianeta, all'evoluzione delle specie e al posto che occupa l'uomo in tutto ciò mi sento misera e allo stesso tempo felice di essere parte di questa meraviglia.
Ogni strato di roccia qui rappresenta un periodo storico ed è una sorta di libro da sfogliare per geologi e archeologi.
Fu così che negli anni 60 fu trovato lo scheletro fossile di una donna cremata 45000 anni fa, l'esempio del piu' antico homo sapiens ritrovato fuori dall'Africa e successivamente negli anni 70 un altro scheletro fossile di uomo.
Recentemente sono venute alla luce anche una serie di impronte di una tribu'.
A differenza dei primi due importanti reperti portati all'università di Canberra, era impossibile rimuovere e trasportare queste impronte che si estendevano per diversi metri.
Gli scienziati hanno così deciso di lasciarle al Mungo National Park, ma ricoprendole di terra e sabbia in modo da preservarle, ogni due anni poi le scoprono per vedere lo stato di conservazione.
Ecco la così detta "Grande Muraglia Cinese", così chiamata da un gruppo di operai cinesi che presero parte agli scavi e alla costruzione del rifugio, perché gli ricordava la loro opera mastodontica. 




 
 
Dopo piu' di 2 ore di tour ritorno al parcheggio dove trovo la mia compagna di viaggio annoiata e impaziente di andarsene.
La bestia che è in me esplode e nemmeno la pace interiore che questo posto mi trasmette riesce a placare la mia rabbia e sbrocco. Le vomito addosso tutto il mio disappunto.
Io in mezzo al deserto che faccio un cazziatone allucinante ad una di 12 anni piu' di me.
Non finisco ma di stupirmi delle mie reazioni.
Riesco a proiettarmi fuori dal mio corpo e vedermi dall'esterno che schiaccio con le parole un'altra persona. Mi viene quasi da ridere di me che faccio una ramanzina ad una manager finanziaria  bilingue, ricca che lavora per una delle piu' prestigiose banche d'Australia, che ha viaggiato piu' di me, già sposata e divorziata. Insomma una di quell'età e di quell'esperienza di vita non ha capito davvero nulla.
 
Il mio rimprovero non è un giudizio universale è solo un farle notare che non mi piace la sua negatività in questo viaggio, che il suo atteggiamento non è il migliore da avere in un posto come quello e che il viaggiare con qualcuno significa condividere, tollerare e venirsi incontro.
L'ho praticamente umiliata, le ho fatto capire quanto infantile e immatura fosse e che non le avrei permesso di rovinarmi il viaggio.
Le dico che l'indomani vista la situazione mi sarei trovata un passaggio per Mildura e le nostre strade si sarebbero separate li. Ognuno per la sua strada.
Se lei non sa apprezzare la bellezza del deserto, non riesce a sentire l'intensità della storia sotto ai suoi piedi (non so come ho tradotto questa espressione in inglese ma mi sono sentita un po' Shakespeariana, nel senso di inventare le parole), non è un mio problema.
Non sto barando, sono determinata davvero a mollarla li, ne ho le scatole piene del suo snobbismo da persona di città con i soldi e ho intenzione di finire la mia vacanza da sola, in ostello.
Sono talmente sicura di me che la sua reazione non mi lascia  né sorpresa né mi muove alcun sentimento.
Forse sto diventando una persona egoista, forse sto crescendo e diventando consapevole dei miei mezzi o semplicemente le persone misere non mi toccano, non mi fanno nemmeno pena.
Fatto sta che mortificata mi chiede scusa centinaia di volte, mi promette di impegnarsi e di cercare di godere di quel posto per lo meno per non rovinarmi il viaggio.
 
La musica cambia, si mette in macchina di buona lena e mi guida per il circuito di 70 km intorno all'area lacustre, cosa che la mattina stessa aveva detto di non voler fare. 
 
 
 
I panorami lungo il circuito sono mozzafiato.
Una zona di calanchi da erosione della pioggia in  una zona elevata della "lunetta" da dove si vede tutta l'estensione del lago Mungo.
 
 
 
Una duna mobile di sabbia alta 50m che scaliamo in tutta fretta manco dovesse correre chissà dove.
Io sarei rimasta volentieri li, anche perché il cielo stava diventando sereno ed era veramente bello. 
 
 
 
 
Un bush di eucalipti, terra rossa come il fuoco, emu', canguri, capre e impronte di tanti animali che non vediamo
 
 
 
 
 
 
 
la scia di un serpente molto probabilmente
 
 
 
 
le impronte di un emu'
 
 
 
 


Le tane di scarafaggi giganti come mi ha detto la guida e non di formiche  come ho pensato io.
Qua le formiche e le termiti costruiscono termitai sotterranei, un po' come i termite mouds a cattedrale visti nel territorio del nord, ma capovolti sottoterra.



Un impronta di un ungulato, una capra o forse un cammello che qui entrambi sono allo stato brado




 
 



Lungo il tragitto lei è insolitamente loquace e si vede palesemente che si sta sforzando di fare la  compagnona, di stupirsi dei canguri o degli emu' che incontriamo o dei paesaggi che vediamo.

Tornate al rifugio propone di fare una passeggiata insieme invece di infilarsi nei suoi leggins di lycra e  andare a correre.
Andiamo lungo il percorso che dal rifugio ci porta al vecchio shed delle pecore, sono 7 km andata e ritorno.
Peccato che va a passo spedito e non legge nemmeno uno dei cartelli informativi sulle piante e sugli animali del posto.
Mi chiedo ancora una volta come ci sono finita  a 1000 km da Sydney, in mezzo all'Outback con una che non dice buona notte prima di andare a letto, né si stupisce delle meraviglie della natura.

La serata la passo in compagnia di una signora pittrice arrivata li da sola, lasciando a casa figli e marito per stare da sola e trovare inspirazione per i suoi lavori e un signore che per lavoro aggiusta computer e linee internet nelle zone remote, passando la maggior parte del tempo da solo in viaggio e dormendo in macchina.
Una serata interessante, diversa dal solito e soprattutto senza il cogno che è andata a dormire alle 6 e mezza.

Al mattino sveglia all'alba e partenza per Mildura.
Lei non si degna nemmeno di riconsegnare il piumone alla guida aborigena. Sono quasi tentata di dirle che quello non è un albergo e che le hanno fatto solo un favore a prestarglielo, ma non voglio creare un clima nefasto di prima mattina.
Decido di evitarla e dormo per tutto il viaggio.
Mi risveglio dentro ad un camping a Mildura.
Non so se lo ha fatto per venirmi incontro sapendo che non voglio stare in albergo o solo per il fatto che il campeggio era lungo il fiume in una zona molto bella.
Fatto sta che affitta un bungalow senza nemmeno chiedermi se me lo potevo permettere...sono 75$ a notte CRISTO!!!!
Conto fino a dieci e faccio un bel respiro e le do 180$ per due notti.
Con quei soldi avrei dormito in ostello per 10 giorni.
La casetta è bella, di fronte al fiume e soprattutto è grande.
Anche questa volta ha voluto prendere una soluzione con letti separati, quindi una casa per 4.
Ecco perché cosi costosa, potevamo benissimo prendere il bilocale per 2.
E' anche meglio del mio appartamento!!
Abbiamo tutto prato davanti fino al fiume, un panorama bellissimo ed è pieno di uccelli di tutti i tipi.








Il pomeriggio andiamo a visitare il giardino botanico, cosa proposta da me ovviamente.
L'ingresso è adiacente alla piu' grande azienda produttrice di arance e avocado, mi viene quasi voglia di staccare i frutti dalle piante, non ci posso credere che i filari siano cosi' vicini alla rete che puoi cogliere la frutta, in Italia sarebbero stati spellati in 3 secondi!



 

Il giardino ospita piante da clima arido, dall'Africa, dall'America e native.
I fiori come sempre sono la mia passione.
 
Pisello del deserto.








e poi una serie di altre piante da tutto il mondo, un albero di 2500 anni e un meraviglioso giardino delle rose in pieno fiore e divise per colori.



La serata non finisce subito perché lei ha la TV, così rompe le scatole fino alle 22 con il volume a palla mentre cerco di godermi la lettura della biografia di Isabel Allende in veranda davanti al fiume di notte.


Al mattino ci troviamo d'accordo nell'affittare il cayak per navigare il fiume.
Ce lo portano direttamente al campeggio e ci dicono che ovunque siamo lungo il fiume ci possono venire a prendere, basta che li chiamiamo. L'unica cosa era che non erano disponibili dall'1 alle 3 perché impegnati in un tour.
Ne affittiamo uno doppio per tutta la giornata e ci mettiamo controcorrente, di modo che al ritorno che siamo stanche ci facciamo trasportare passivamente.

 

 
Il giro lungo il fiume è davvero bello, si vedono meravigliosi pappagalli multicolore e rapaci con i nidi sugli alberi secchi e nudi lungo il fiume.
Dopo un paio di ore le propongo di prenderci una sosta, ma lei proprio non sa rilassarsi e godersi il panorama, il sole e l'aria che dopo 5 minuti già vuole tornare in canoa.
Remiamo un'altra ora e arriviamo al billabong dove sono attraccate le famose case barca che affittano come roulotte qui.
Lei propone di pranzare e di fermarci qui.
Io vorrei riposarmi e poi ripartire dopo pranzo e tornare in corrente al campeggio, ma lei vuole finire il giro qui. Come sprecare mezza giornata di kayak già pagato.
Non voglio discutere, ingoio di nuovo il rospo, mi mangio il panino e mi faccio una pennichella

E' l'1, il tipo del cayak non risponde al telefono. Ce l'aveva detto che dall'1 alle 3 non sarebbe stato reperibile ma quella capra della mia compagna di viaggio pensa che tutto il mondo sia ai suoi piedi sono perché ha i soldi.

Continua a provare a chiamarlo finchè non risponde e ci dice che appena poteva ci sarebbe venuto a prendere.
Io mi preparo ad aspettare ore e mi metto a giocare con il cane e a fare due chiacchere con le persone nelle case barca.
Lei cammina avanti e indietro nervosa.

Passano 3 ore.
In quel tempo saremmo già arrivate al campeggio remando lungo il fiume, ma vallo a spiegare ad una che non ascolta.
Alla fine tra una chiacchera e l'altra trovo un passaggio per Mildura, lasciamo il cayak li e torniamo con un simpatico signore, che se avessimo aspettato il tipo del cayak avremmo fatto notte.


La sera di nuovo impigiamata alle 7 e davanti alla TV.
Io in veranda a scrivere il mio diario e leggere.
Poi mi fa vedere la ricevuta dell'affitto della macchina con il conto da saldare e per poco svengo: 
600$!!!
Li sbotto di nuovo e andiamo a litigare animatamente.
Lei mi da dell'ingrata visto che lei si era impegnata per organizzare tutto il viaggio e di farmi pagare il meno possibile e che mi aveva pure offerto la prima notte in albergo.
Io le dico che l'errore è stato mio ad andare in giro con una ricca e che io viaggio molto di piu' e con molti meno soldi.
La solita differenza tra turista e viaggiatore.
Non c'è dialogo, lei crede di essermi venuta incontro e di aver risparmiato, io credo che ho buttato via in 5 giorni i soldi che avrei speso in 1 mese di viaggio.
La solita differenza tra classi sociali. Incolmabile

Ultimo giorno, lei si sveglia prestissimo con passo d'elefante e TV sveglia anche me.
Poi mi propone di andare a fare una passeggiata.
Sono le 6 e mezza e voglio dormire ancora, poi alle 10 abbiamo il check out al campeggio e prima dell 11 dobbiamo stare in aeroporto, non credo che uscire sia la cosa migliore.
Infatti lei si presenta al bungalow alle 10 e li di nuovo litigio.
Io che le dico di muoversi che dobbiamo riconsegnare le chiavi al campeggio e che non avrei pagato un altro giorno per colpa sua, lei che se la prende con calma, si fa la doccia e si lava pure i capelli.
Che senso ha lavarsi i capelli quando dopo 3 ore saremmo state di nuovo a Sydney?!
Facciamo il check out alle 10 e 20 e arriviamo in aeroporto 5 minuti prima che chiuda in check in.
Io non le parlo per tutto il viaggio e atterrate a Sydney lei mi chiede scusa con una faccia da schiaffi.
Io le dico che non si deve scusare, perché quello che ha fatto non lo ha fatto per farmi un torto ma che siamo semplicemente diverse.
Lei mi fa "ma non voglio rovinare un'amicizia per questo", io penso che non mi rivedrà facilmente e la saluto voltandole le spalle per non prenderla a schiaffoni.

Alla fine ogni viaggio è un'esperienza, una lezione di vita.
Questa volta, oltre ad avere impresso nella mia mente panorami mozzafiato, aver imparato qualcosa della cultura aborigena, messo un tassello in piu' nella mia conoscenza della storia, ho imparato che esistono le classi sociali, che le differenze sono incolmabili e che non c'è dialogo.