I giorni passano veloci, sono talmente
pieni che alle 9 di sera mi si chiudono gli occhi.
Questa settimana è arrivata l'aria
dall'Antartide, ha piovuto per 3 giorni e le temperature sono scese
di brutto, tant'è che mi hanno dovuto prestare calzettoni, giacca a
vento da lavoro, stivali di gomma e salopette.
Ho passato il 25 Aprile a tagliare la
legna nel bosco privato della tenuta con la motosega, la sera ho
cucinato una salsa di melanzane e olive.
Ogni pomeriggio vado per un paio di ore
da Tam, un fattore inglese che mi insegna a mungere le vacche
Ho iniziato la prima lezione di Yoga;
la cosa mi è sembrata un po' radical chic quando siamo arrivate a
casa della Yogi, villone di campagna pieno di statue di Budda e
incensi.
Faceva ridere perchè capivo la metà
di quello che diceva così dovevo sempre aprire gli occhi e guardare
quello che facevano gli altri, poi non mi riuscivo a concentrare
anche perchè c'erano due chiuaua obesi che russavano nel divanetto.
Vabbè concentrazione zero ma almeno ho fatto stretching.
Oggi mi chiedono di andare al mercato
con i figli e di guidare la macchina e io in tranquillità lo faccio;
prendo il Suv gigantesco, per fortuna col cambio automatico e la
telecamera quando fai la retromarcia. Passo la giornata al mercato,
dove approfitto per comprare vestiti pesanti all'usato, e poi si va a
casa della famiglia hippy a far giocare i bambini. Mi pento di non
aver fatto foto alle gipsy mobile houses che ha costruto il padre
hippy, delle vere e proprie case in lamiera montate su dei
camioncini, da paura!!!
E' davvero piacevole guidare qui,
meravigliosi panorami verdi, strade senza curve ma su e giù, niente
traffico.
Per strada incontro un vero swangman,
il vagabondo australiano, l'equivalente dell'hobo americano, che
deriva il proprio nome dallo swang il sacco-letto portatile che
veniva arrotolato e portato sullo zaino, l'oggetto più prezioso del
viandante anche chiamato Mathilda. "Walzing Mathilda",
canzone della fine dell'800, è un inno alla libertà e al mito dello
swangman; è una melanconica ballata il cui titolo significa
letteralmente "ballare un valzer con Mathilda" che nello
slang Aussie significa andare in walkabout, partire per il never
nver, gli spazi infinti dell'outback. E' un grido di rivolta contro
le autorità che perseguivano i vagabondi, gli unici ad aver capito
che la terra di Oz andava celebrata camminando e cantando.